Sostenibilità ambientale: il ruolo della comunicazione

Il dottor Sergio Vazzoler di Ferpi spiega a Interris.it i principi su cui si basa una comunicazione responsabile

Sergio Vazzoler - comunicazione
A destra il dottore Sergio Vazzoler. Foto di Florian Klauer su Unsplash

Il ruolo della comunicazione è prezioso. I comunicatori infatti, possiedono tra le loro mani un delicato strumento, capace di influenzare il pensiero dei loro interlocutori e la società stessa in cui viviamo. Per questo motivo, mai come oggi, fare comunicazione diventa una professione che richiede responsabilità e specifiche competenze. Ogni tema va trattato tenendo conto dell’impatto che determinate argomentazioni possono avere. È il caso per esempio della sostenibilità ambientale, concetto che deve essere affrontato da dei professionisti che tramite le loro lucide spiegazioni rendono il pubblico più consapevole. 

L’intervista 

Il dottor Sergio Vazzoler, coordinatore commissione responsabile di Ferpi (Federazione Italiana Relazioni Pubbliche) ha spiegato ad Interris.it come la comunicazione sia un’arma a doppio taglio, capace di condizionare l’atteggiamento e il comportamento dei singoli. 

Dottor Vazzoler, cosa significa fare una comunicazione responsabile?

“Vuol dire dare spazio a una comunicazione competente, capace di sensibilizzare la responsabilità dei cittadini su determinati e delicati argomenti. Al contrario invece, oggi molto spesso prevale una comunicazione fatta di falsificazione, di esagerazione e di conflittualità che lancia dei messaggi senza alcuna fondatezza e che non permettono dunque di cogliere le sfide urgenti del nostro tempo”.

Come si deve affrontare la complessità dei temi ambientali?

“Noi tutti che facciamo comunicazione dovremmo sempre adottare dei principi di responsabilità in quello che comunichiamo, tenendo conto delle conseguenze. Quelli ambientali al giorno d’oggi sono argomenti che hanno un forte impatto sulla vita di ogni singolo cittadino e per cui è d’obbligo parlarne con estrema accuratezza, spiegando anche in modo scientifico i concetti esposti”.

Se questo non avviene, che cosa accade?

“Il messaggio che arriva a destinazione può essere molto distorto dalla realtà. Di conseguenza questo influenza in modo errato i comportamenti stessi di ogni singola persona che dovrebbero invece, essere in grado di facilitare il processo di cambiamento auspicato e necessario”.

In ambito ambientale quali sono i concetti da comunicare?

“Innanzitutto devono essere elencati e spiegati i comportamenti di prevenzione da adottare per affrontare gli eventi climatici. Ad oggi, mancano i concetti base, come la semplice  spiegazione che per mettersi in sicurezza da un alluvione è necessario raggiungere subito i piani alti delle abitazioni. Purtroppo c’è da constatare l’assenza di una preparazione adeguata rispetto ai comportamenti da assumere in caso di eventi climatici estremi. Dovremmo, invece, agire per mettere in campo una comunicazione capillare che porti a rendersi conto che alcuni cambiamenti devono entrare a far parte della nostra quotidianità”.

Secondo lei il cittadino sente l’esigenza di avere questo tipo di comunicazione?

“In alcuni casi sì, ma non la trova e allora risponde da solo ai propri interrogativi. Esiste poi una grande fetta della popolazione che invece non avverte questo bisogno e in questo caso siamo noi comunicatori e persone del settore che dobbiamo crearlo e farlo percepire come un fattore irrinunciabile”.