Il “clima impazzito” danneggia l'agricoltura

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“L’agricoltura è l’unico settore a fare registrare un calo congiunturale del valore aggiunto a causa del clima impazzito che ha avuto effetti devastanti nelle campagne, con una storica siccità su cui si sono abbattuti violenti nubifragi a macchia di leopardo, per danni stimati nei campi superiori ai 2 miliardi di euro nel 2017”.

Gli effetti dell'autunno nero

L'allarme lo ha lanciato la Coldiretti, con un'analisi divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sulla stima preliminare del Pil nel quarto trimestre 2017. Secondo l’associazione, “gli effetti si sono fatti sentire con un autunno nero sulle principali produzioni del Paese, dal crollo del 23% della produzione di mele all’addio ad una bottiglia di vino su quattro, anche se la qualità è risultata buona, ma anche una produzione di olio in calo dell’11% rispetto alla media produttiva dell’ultimo decennio”.

“In questa situazione di crisi – conclude la Coldiretti – si sono inserite anche manovre speculative per sottopagare i prodotti agli agricoltori con effetti negativi sul valore aggiunto agricolo”.

Gennaio anomalo

La mancanza di acqua si è fatta sentire soprattutto durante il gennaio scorso. Esso è risultato termicamente molto più caldo della media, con scarti positivi di circa 3 gradi: ed è stato registrato, dopo il 2007, il secondo gennaio più caldo almeno degli ultimi 40 anni. Dal punto di vista pluviometrico il mese di gennaio è stato in linea con le serie storiche, senza alcun evento di neve fino in pianura, e non ha permesso di recuperare il deficit annuo ereditato nel 2017 di oltre 200 millimetri, pari a circa un 30% di precipitazioni in meno. L’andamento schizofrenico dell’inizio dell’anno è confermato anche dal caldo anomalo con le temperature massime che sono risultate di 3,3 gradi superiori alla media storica che hanno provocato la fioritura anticipata delle piante da frutto. Questo clima ha già risvegliato alberi e piante primaverili.