“Sette17 e oltre” e “Fuori dalle Bolle” insieme per una società più inclusiva

L'intervista di Interris.it ad Angelo Sala, presidente di "Sette17 e oltre" in occasione del concerto di Natale organizzato per raccogliere fondi per le persone con disabilità

© Sette17 e oltre

Il primo baluardo per la cura e la quotidianità delle persone con disabilità è rappresentato dai caregiver che, ogni giorno, con grande impegno e dedizione, dedicano ogni sforzo per favorire l’inclusione dei loro famigliari con disabilità.

L’azione di Sette17 e oltre

Nella città di Sondrio, da quasi dieci anni, un gruppo di genitori, accomunati da problematiche relative alle disabilità, alle patologie rare oncologiche o in situazione di post-ospedalizzazione, hanno deciso di unire le loro forze, intelligenze, peculiarità e capacità per aiutare i loro figli e dare loro un futuro meno difficile. Così è sorta l’associazione “Sette17 e oltre”.

Il concerto benefico

Quest’anno, in occasione del Santo Natale, “Sette17 e oltre” insieme a Fuori dalle Bolle, hanno deciso di organizzare un concerto benefico, le cui donazioni raccolte andranno a favore delle attività di inclusione e sensibilizzazione svolte dalle due realtà associative. Interris.it, in merito a questa esperienza, ha intervistato Angelo Sala, padre caregiver nonché presidente e fondatore di “Sette17 e oltre”.

L’intervista

Quando nasce e che obiettivi ha Sette17 e oltre?

“Sette17 e oltre” nasce a fine agosto del 2013 dopo che, io stesso, ho vissuto delle esperienze molto belle e formative a Dinamo Camp. In particolare, dopo diversi momenti vissuti con loro, ho riflettuto sul fatto che fosse facile trovare qualcuno che aiuta e allora ho pensato di provare ad aiutare qualcuno anch’io. Quindi, inizialmente, ho trovato delle famiglie in Lombardia che, a loro volta, avevano frequentato Dinamo Camp, ci siamo costituiti, con un direttivo nella città di Sondrio, alla fine del 2013. Da lì è partita la nostra esperienza di aiuto alle famiglie e ai ragazzi affetti da diverse forme di disabilità. Non seguiamo specificatamente una patologia ma siamo trasversali. Siamo una piccola realtà e supportiamo le famiglie attraverso percorsi di diverso tipo, sia di tipo sociale ma anche economico, come ad esempio per le visite mediche e il trasporto in vari centri di cura. Oltre a ciò, un elemento molto importante della nostra azione, dal 2017, è rappresentato dall’affitto a Pavia, nelle immediate vicinanze dell’ospedale San Matteo, di tre appartamenti che diamo gratuitamente, facendo pagare solo una piccola parte delle spese di gestione dei locali, a coloro che hanno bisogno di recarsi con i propri figli o parenti presso la vicina struttura sanitaria, soprattutto nel reparto di oncoematologia pediatrica”.

Com’è nata l’iniziativa del vostro concerto benefico? Chi l’ha resa possibile?

“Faccio una premessa: Ermanno Moltoni è coordinatore del nostro corso di musicoterapia. Lo stesso ha un carattere unico in quanto, non esiste un altro esempio simile di tale disciplina. In particolare, egli segue una filosofia particolare per l’insegnamento della musica e, nel corso degli anni, ha dato vita ad una metodologia particolare per avvicinare bambini e ragazzi alla musica. In seguito, lui ed io, sette/otto anni fa, ci siamo incontrati ed abbiamo pensato di dar vita ad un percorso inedito per i nostri ragazzi che, ogni anno, ha sempre molto successo. Quest’anno, peraltro, abbiamo stretto una collaborazione con la cooperativa Grandangolo e si sono attuati due percorsi settimanali a cui partecipano dodici ragazzi e un altro svolto nella nostra sede a cui vi prendono parte altri cinque. Alla fine di ciò, in conclusione dell’anno, abbiamo deciso di organizzare due concerti, entrambi a Fusine (Sondrio), uno il prossimo sabato e l’altro il giorno 18 dicembre in occasione del concerto di Natale che, la parrocchia e il comune, svolgono sempre. Le offerte raccolte in questa occasione verranno devolute alla nostra associazione e a “Fuori dalle Bolle” che opera in favore di bambini e ragazzi affetti da varie forme di autismo”.

Quali sono i vostri desideri per il futuro in merito all’inclusione delle persone con disabilità? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione?

“In riguardo al futuro desidereremmo una maggiore sensibilità da parte di tutti, avere un maggior numero di collaboratori volontari che, attualmente, sono molto difficili da trovare. Non abbiamo grosse difficoltà a raccogliere il denaro necessario, quando ci mettiamo in campo lo troviamo. Ciò però significa che, per molte persone, è più facile donare denaro che tempo. Vedere che la gente non è disposta a dare il proprio tempo ci fa molto male. Invece, se avessimo un numero maggiore di volontari, potremmo fare molto di più. Purtroppo, non si trova nessuno e questo è molto triste.”