Marzi (Communitas): “La cura degli spazi urbani genera legalità”

L'intervista di Interris.it al dott. Luciano De Marzi, vicepresidente del Consorzio Communitas, in merito agli sviluppi del progetto "Custodi del Bello"

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Molti studi hanno evidenziato che, il degrado e l’incuria dei quartieri delle città, molto spesso, va di pari passo con l’insicurezza, l’illegalità diffusa e le difficoltà economiche e sociali dei cittadini. Quindi, le attività tese alla cura del tessuto sociale e urbano, portano con sé un mutamento positivo, incidendo sia nella vita delle persone che in quella dei quartieri più in difficoltà e a rischio e portando all’attuazione di cura concreta della “Casa comune” di cui, con lungimiranza, parla Papa Francesco nelle sue encicliche.

L’esperienza di “Custodi del Bello”

Il concetto di presa in carico e di cura delle fragilità nei tessuti urbani delle nostre città sono alla base del progetto “Custodi del Bello” che, attraverso il coinvolgimento di vari attori del mondo del Terzo Settore, tra cui la Caritas e il consorzio Communitas, mira a dare una nuova opportunità agli ultimi anche attraverso la riqualificazione dei loro contesti sociali e di vita. Interris.it, in merito a questa esperienza di prossimità, ha intervistato il dott. Luciano Marzi, vicepresidente del Consorzio Communitas.

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L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha il progetto “Custodi del Bello”?

“Il progetto ‘Custodi del Bello’ nasce da un’alleanza di tre enti del Terzo Settore: il consorzio Communitas, una rete nazionale di 23 realtà del Terzo Settore, i servizi di altrettante Caritas diocesane, la fondazione ‘Angeli del Bello’ di Firenze, che ha un’esperienza di volontariato nel capoluogo toscano e in altri comuni nell’ambito del contrasto al degrado e l’associazione ‘Extrapulita’ di Milano che, agli inizi del 2015, ha inaugurato il modello della messa a sistema di due grandi sfide per il nostro paese, ovvero il contrasto alla povertà e quello ad degrado urbano. Gli obiettivi di questa progettualità sono fondamentalmente cinque: combattere il dramma della povertà e, di conseguenza, l’emarginazione, cancellare il degrado dalle città e dei borghi, denunciato in maniera sempre maggiore dai cittadini, cercando di sviluppare il tema della cura e della cultura del bello. Una ulteriore finalità è quella di contribuire alle politiche attive del lavoro, creando un’opportunità di reddito per le persone in difficoltà, una formazione specifica ed un accompagnamento finalizzato al reinserimento sociale di coloro che stanno passando un momento di difficoltà. A fronte del problema della disoccupazione, vogliamo dar vita ad una forma di resilienza, cercando di dare una possibilità ai cittadini stranieri e immigrati che, evidentemente, fino ad ora, non è stata gestita nel migliore dei modi. Un ulteriore finalità è costituita dal contrasto delle forme di sfruttamento e di illegalità perché, laddove si creano presidi da parte dei cittadini e si tende alla cura degli spazi urbani, si cerca anche di allontanare le forme di criminalità”.

Quali sono i vostri auspici per il futuro in riguardo allo sviluppo del progetto “Custodi del Bello” per creare una società più inclusiva?

“Noi auspichiamo che, la cura delle persone e delle nostre città, metta in piedi cantieri di cui non si potrà più fare a meno. Quindi, con la collaborazione di tutti, cercheremo di avviare azioni in più città possibili nel nostro paese. Ciò sarebbe un bel segnale perché, la via della cura delle persone più in difficoltà, degli spazi urbani e il conseguente contrasto al degrado urbano, secondo noi, è una formula vincente per contribuire a risollevare il nostro paese”.