“Aiutare il Sud, rivedere l’Isee, incentivi alle famiglie”. Stop alla denatalità

Appello di Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari

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Foto di Heike Mintel su Unsplash
Sostenere le famiglie per rilanciare il progresso sociale. Secondo papa Francesco: “Ridare impulso alla natalità vuol dire riparare le forme di esclusione sociale che stanno colpendo i giovani e il loro futuro. Ed è un servizio per tutti. I figli non sono beni individuali, ma persone che contribuiscono alla crescita di tutti. Apportando ricchezza umana e generazionale“. Adriano Bordignon presiede il Forum delle Associazioni Familiari. Ed è intervenuto al convegno “Valori e Visione per nuove politiche di sviluppo”. Che si è tenuto alla Sala Gialla “Piersanti Mattarella” dell’Assemblea Regionale Siciliana a Palermo. All’incontro ha preso parte Renato Schifani, presidente della Regione Siciliana. “I dati purtroppo confermano che l’Italia sta attraversando una grave crisi di denatalità che mette a rischio la tenuta sociale ed economica del Paese – afferma Bordignon- Dal 2008 in Sicilia si registra un tasso di natalità in decremento. Nello specifico, nel 2022 il tasso di natalità si afferma a 7,6 per mille abitanti. Contro la media nazionale di 6,8 nati ogni mille abitanti”.

Allarme denatalità

I nati che nel 2008 sono stati 49.837 sono crollati a 36.810 e sembra che scenderanno a poco più di 35.000 nel 2023. L’indice di vecchiaia è il rapporto percentuale tra il numero degli over 65 e gli under 14. Ed è passato da 116 del 2008 a 172 del 2023. “Tutto ciò ci fa temere fortissimamente sulla tenuta del sistema sanitario, sociale e produttivo dei territori – evidenzia il presidente del Forum-. È ormai improrogabile intervenire con determinazione per sostenere le famiglie e incentivare le nuove generazioni per costruire il proprio futuro in Sicilia e in Italia”. Aggiunge Adriano Bordignon: “In questa direzione sono necessarie azioni integrate da parte della politica, anche a livello regionale, che riformino le politiche familiari e le rendano più eque e universalistiche passando da prospettive assistenzialistiche a interventi promozionali e capacitanti. Occorre anche creare le condizioni economiche, sociali e culturali affinché le giovani coppie possano realizzare il proprio desiderio di maternità e paternità”.
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Il presidente del Forum Associazioni Familiari Adriano Bordignon. Foto gentilmente concessa dal forum

Appello

Pertanto il Forum delle Associazioni Familiari ritiene sia prioritario a livello territoriale potenziare i servizi per l’infanzia e la cura di fragili e anziani. Sperimentare il Fattore Famiglia come correttore dell’iniquo Isee. Sviluppare un grande piano piano per un’edilizia agevolata rivolta ai giovani e alle giovani famiglie. Promuovere politiche del lavoro fortemente orientate a trattenere i giovani e incentivare un lavoro femminile giustamente retribuito e con possibilità di crescita. Sviluppare welfare aziendale e territoriale orientati alla conciliazione e alla natalità. “Le risorse ci sono ma oggi è l’epoca di assumersi la responsabilità di una scelta politica per indirizzarle con più efficacia. E sostenere le famiglie e i giovani, che rappresentano il nostro futuro, dal Nord al Sud Italia“, sottolinea Bordignon.

Speranza

Un analogo era stato lanciato da Papa Francesco nel suo discorso agli Stati Generali della Natalità. Bisogna cambiare mentalità. “La famiglia non è parte del problema, ma della sua soluzione – avverte papa Francesco-. C’è qualcuno che sa guardare avanti con il coraggio di scommettere sulle famiglie, sui bambini, sui giovani? Non possiamo accettare che la nostra società smetta di essere generativa e degeneri nella tristezza. Non possiamo accettare passivamente che tanti giovani fatichino a concretizzare il loro sogno familiare. E siano costretti ad abbassare l’asticella del desiderio. Accontentandosi di surrogati privati e mediocri: fare soldi, puntare alla carriera, viaggiare, custodire gelosamente il tempo libero“. Natalità e accoglienza vanno di pari passo: “Ecco, la natalità, così come l’accoglienza, che non vanno mai contrapposte perché sono due facce della stessa medaglia, ci rivelano quanta felicità c’è nella società – esorta il Pontefice-. Una comunità felice sviluppa naturalmente i desideri di generare e di integrare. Mentre una società infelice si riduce a una somma di individui che cercano di difendere a tutti i costi quello che hanno. Oggi c’è una cultura poco amica, se non nemica, della famiglia, centrata com’è sui bisogni del singolo, dove si reclamano continui diritti individuali e non si parla dei diritti della famiglia“.
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Foto di Dorothée QUENNESSON da Pixabay

Oltre gli steccati

“La speranza – ha ricordato il Pontefice- si nutre dell’impegno per il bene da parte di ciascuno. Cresce quando ci sentiamo partecipi e coinvolti nel dare senso alla vita nostra e degli altri. Alimentare la speranza è dunque un’azione sociale, intellettuale, artistica, politica nel senso più alto della parola. Significa mettere le proprie capacità e risorse al servizio del bene comune, è seminare futuro. La speranza genera cambiamento e migliora l’avvenire“. Jorge Mario Bergoglio invoca “politiche lungimiranti”. C’è bisogno di “predisporre un terreno fertile per far fiorire una nuova primavera e lasciarci alle spalle questo inverno demografico“. E, visto che il terreno è comune, come comuni sono la società e il futuro, “è necessario affrontare il problema insieme. Senza steccati ideologici e prese di posizione preconcette“.
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Udienza generale di Papa Francesco / foto Image