Il Bonus Vacanze non è poi così “bonus”: l’allarme dalla riviera romagnola

Il Bonus Vacanze – il contributo statale da utilizzare per soggiorni in Italia – non è poi così “bonus”. Lo é per le famiglie, che lo stanno richiedendo in massa attraverso l’app dei servizi pubblici IO. Ma potrebbe non esserlo per tutte le persone che operano nella ricezione turistica, come rivela l’indagine svolta in esclusiva da In Terris in Emilia Romagna.

La desolazione della non ripartenza

Per la precisione, siamo andati ad intervistare albergatori, ristoratori e proprietari di stabilimenti balneari a Marebello, una delle località balneari più nota e frequentata – almeno fino allo scorso anno – di Rimini. Oggi, in pieno luglio, le spiagge sono semi vuote, molti alberghi (anche storici) sono chiusi, i ristoratori faticano a pagare i fornitori. Neppure le tante attrazioni e i parchi acquatici romagnoli – per non parlare delle discoteche… – sono ripartite a pieno regime. Paradossalmente, come testimoniano gli intervistati, questa moria dipende anche dal Bonus Vacanze, vale a dire dallo strumento principe scelto dal Governo per la ripartenza del turismo italiano. Che però mostra non poche contraddizioni.

Il Bonus Vacanze

Il “Bonus vacanze” – erogabile ai nuclei familiari con ISEE fino a 40.000 euro – offre un contributo fino a 500 euro da utilizzare per soggiorni in alberghi, campeggi, villaggi turistici, agriturismi e bed & breakfast in Italia. Fa parte delle iniziative previste dal “Decreto Rilancio” per far ripartire l’Italia, in primis il settore turistico, principale motore dell’economia italiana. Nel Decreto Rilancio il Governo ha destinato al solo settore turistico ben 4 miliardi di euro. Uno sforzo economico enorme. Ma il forte impegno economico non controbilancia due problematiche gravi che stanno impedendo di fatto la ripartenza. La prima è l’assenza quasi totale di turisti stranieri in Italia (almeno fino a metà luglio). La seconda, è la carenza di liquidità causata proprio dal Bonus Vacanze.

Federalberghi: “tracollo economico”

“La burrasca del Covid-19 è ancora in corso e continua a flagellare il sistema dell’ospitalità italiana”. Con queste parole, pochi giorni fa, il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca lanciava l’allarme sul tracollo economico che stanno vivendo strutture alberghiere di tutta Italia. L’osservatorio Federalberghi monitora mensilmente un campione di circa duemila strutture ricettive. Il consuntivo del mercato turistico alberghiero relativo al mese di giugno 2020 ha registrato un calo impressionante delle presenze. Ben l’80,6% in meno rispetto a giugno 2019. I flussi dall’estero vanno ancora peggio: sono paralizzati a meno 93,2%. Ma anche il mercato domestico – vale a dire gli italiani che sono andati in vacanza in Italia – è sotto del 67,2%, ben oltre la soglia di allarme. E anche le previsioni per il mese di luglio non sono tranquillizzanti: l’83,4% delle strutture intervistate prevede che questo mese il fatturato sarà più che dimezzato rispetto al luglio 2019. Nel 62,7% dei casi, il crollo sarà devastante, superiore al 70%. “Nel 2020 – segnala Bocca – si registrerà la perdita di oltre 295 milioni di presenze (meno 68,7% rispetto al 2018), con un calo di fatturato del settore ricettivo pari a quasi 16,3 miliardi di euro (meno 69,0%). “Il decreto rilancio e gli altri provvedimenti adottati dal Governo contengono alcune misure utili – conclude Bocca – ma purtroppo non sono sufficienti ad evitare il tracollo di migliaia di imprese“.

Emilia-Romagna specchio d’Italia

Non sono ancora usciti i dati ufficiali relativi al mese di luglio. Secondo i nostri intervistati nella riviera romagnola, le presenze – tra alberghi e spiagge – è solo al 30% rispetto agli anni scorsi. Va un po’ meglio nel weekend, e sono in lieve risalita rispetto al vuoto quasi totale di giugno. Ma – evidenziano – è ancora troppo poco per sperare di recuperare la stagione. A pesare, è soprattutto la mancanza quasi totale delle presenze straniere, storicamente rilevati per l’economia romagnola. Ma anche il Buon Vacanze.

Da “bonus” a “malus”

Se il voucher da una parte sta spingendo molti nuovi arrivi – persone che fino ad oggi non avevano le risorse economiche per una vacanza – dall’altro priva gli operatori turistici di denaro contante. Infatti, la maggior parte delle richieste agli albergatori è di pagare il soggiorno con il bonus vacanze. Gli albergatori, a loro volta (non incassando del denaro) chiedono a fornitori e soci (quali gli stabilimenti balneari con i quali sono convenzionati) di poter pagare loro con una percentuale sul bonus. Ma – e qui arriva il problema – le banche (così come i gestori delle utenze e i lavoratori dipendenti) non accettano i bonus e devono essere pagati in soldi. Denaro che però non è mai effettivamente entrato nelle casse degli albergatori, nonostante le presenze turistiche. Insomma, il Bonus porta sì turisti, ma non liquidità. Quella liquidità necessaria per pagare stipendi, tasse, ristrutturazioni, fornitori e quanto serve alle attività turistiche per andare avanti…non sta entrando. Da qui la scelta di molti di non riaprire affatto. Non perché non ci sarebbero turisti, ma perché quei turisti pagherebbero col bonus e gli albergatori rimarrebbero senza entrate liquide per far fronte alle spese quotidiane.

Alberghi in crisi

E’ questa la motivazione alla base della chiusura di tanti alberghi storici romagnoli. Come dimostra questa inchiesta, ridurre la crisi nera che sta attraversando il settore turistico alla sola penuria di turisti stranieri – assenza che comunque pesa come un macigno – è dunque riduttivo e fuorviante. “molti turisti fanno i conti stretti stretti e non spendono nulla oltre al bonus vacanze. Anzi, qualcuno mi ha chiesto anche il resto”. Lo dice a In Terris uno degli albergatori che è riuscito a riaprire, Fabio Lotti, dell’Hotel Andrea’s di Marebello, di proprietà e gestito da 20 anni dalla famiglia Lotti. Un albergo in formato familiare – 26 camere fronte mare – vecchio stampo, in pensione completa, con molti clienti fidelizzati.

Fabio Lotti e famiglia

Il Bonus Vacanze ha i suoi aspetti indubbiamente positivi. “E’ un modo di farsi conoscere da persone che non erano state da noi prima di oggi. Grazie al bonus ho avuto molte più richieste di preventivi quest’anno rispetto agli anni passati. Io – dice Fabio – spero di seminare bene e così l’anno prossimo spero di avere nuovi clienti fidelizzati, oltre a quelli storici”. Ma arrivano anche le difficoltà oggettive. “Quest’anno – evidenza cambiando tono – sono tra i pochi che ha potuto riaprire. Questo perché quasi tutti i miei clienti storici hanno riconfermato la vacanza quest’anno (grazie alle precauzioni anticovid che abbiamo preso sia in albergo sia in spiaggia) e soprattutto perché la maggior parte di loro non usufruisce del Bonus Vacanze e perciò fa circolare denaro e liquidità. Così io posso pagare banche e dipendenti. Altrimenti, come avrei potuto pagare gli stipendi a fine mese? Col credito di imposta? Tanti alberghi invece non hanno riaperto per niente né riapriranno. E’ desolante vedere questa situazione qui nella patria dell’estate: storici albergatori che mi dicono: ‘Con queste condizioni, noi non riapriamo’”.

Ascolta la sua forte testimonianza:

Stabilimenti balneari

Anche gli stabilimenti balneari – che lavorano “a braccetto” con gli alberghi – stanno vivendo grosse difficoltà. “Il Bonus Vacanze sono soldi ‘promessi’ che non è chiaro quando andranno recuperati. Ma noi, come tutto il settore turistico, abbiamo bisogno di aiuti immediati. Perché le spese ce le abbiamo adesso!”. E’ chiaro il messaggio lanciato a In Terris da Gilberto Santolini, storico proprietario di uno stabilimento balneare a Marebello e attuale responsabile del Bradipo Beach – Zero Stress Family Village, sul lungomare Viale Regina Margherita. Il village raccoglie 5 stabilimenti – 104, 104/a, 104/c, 105 e 105/a – convenzionati con tutti gli alberghi dei dintorni. Anche in questo settore la carenza di liquidità pesa come un macigno sul presente e sull’intero andamento dell’attuale stagione turistica – la prima post Covid-19. Gli operatori spearano di riuscire almeno a far recuperare le spese. Finire in positivo, con del guadagno da reinvestire il prossimo anno, sembrerebbe pura utopia. Le presenze sotto gli ombrelloni, infatti, sono molto al di sotto del normale, nonostante la stagione inoltrata. “Quest’anno abbiamo molta meno gente degli anni scorsi. Questa zona ha la più alta densità di alberghi di tutta la riviera. Ma molte strutture hanno preferito (o non hanno potuto) riaprire. Qui in spiaggia mancano sia gli italiani sia i turisti stranieri, che sono storicamente molto presenti in Romagna. A causa della pandemia – spiega Santolini – abbiamo tolto un terzo degli ombrelloni per mantenere le distanze di sicurezza anti-covid richieste dal Governo. Ora ci sono 18 metri quadrati per ombrellone rispetto ai 12 metri quadri di prima. Praticamente, un salottino fronte-mare. Ciò nonostante, i posti sono quasi tutti vuoti. Riusciamo a lavorare solo nel weekend ma, considerando tutta la settimana, siamo solo al 30% delle presenze! E’ troppo poco anche per sperare di arrivare in paro a fine stagione. Speriamo in agosto vada meglio. Ma penso che questa sarà un’annata da dimenticare”.

Il Bradipo Beach Village

Troppe spese e pochi “bonus”

Le poche presenze non sono l’unico problema. Anche gli stabilimenti soffrono della stessa mancanza di liquidità degli albergatori. Ce lo spiega, nel bel dialetto romagnolo, lo stesso Santolini:

Una risposta dal Governo?

I problemi di Marebello sono gli stessi che vivono albergatori ed operatori turistici di tutta Italia, al mare come in montagna, nei b&b come alle terme, nei parchi a tema come nei musei. La ripartenza è – numeri alla mano – decisamente in salita e a rilento. Il Bonus Vacanze, pur di grande aiuto per le famiglie italiane, non sembra essere sufficiente a coprire le necessità di chi, quelle stesse famiglie, deve accoglierle. Il Governo è dunque chiamato a lavorare in tempi brevissimi su un doppio binario: da un lato, recuperare l’immagine dell’Italia all’estero quale meta turistica aperta e sicura. Abbiamo bisogno che tedeschi, olandesi, francesi, britannici, americani etc. tornino già questa estate a visitare il Belpaese, per ora semi vuoto. Dall’altro, è urgente dare risposte concrete e contributi economici immediati per sopperire alla mancanza di liquidità degli operatori turistici. Altrimenti il Bonus rischia di trasformarsi in un Malus peggiore della pandemia.