Afghanistan: il nuovo nemico è la fame

Ci stiamo occupando sempre più spesso della situazione in Afghanistan e delle condizioni di vita in questo Paese. Sono passati infatti ormai quasi più di tre mesi dalla ripresa di potere da parte dei talebani e le conseguenze di questo cambiamento diventano sempre più visibili. Le persone cercano di scappare da questo Paese a causa dei problemi sanitari con i molti ospedali al collasso, le repressioni, le esecuzioni sommarie, le libertà limitate o inesistenti, la fame e la grave crisi economica.

La malnutrizione

Nell’ultimo periodo infatti l’Afghanistan si trova sempre di più con meno risorse, tra le donne e i bambini si contano sempre più casi di malnutrizione e la mortalità dei neonati si è elevata a tal punto che solo uno su cinque riesce a sopravvivere. Insomma condizioni che ci mostra come in Afghanistan la situazione sta sempre di più degenerando e sembra che non ci sia alcun modo per poter risanare ciò che è oramai sotto gli occhi della comunità internazionale.

L’importanza delle organizzazioni umanitarie

Uno spiraglio di luce è quello datoci da “Medici senza frontiere”, una associazione che è finalizzata ad intervenire tempestivamente nelle situazioni di crisi, aiutando tutti, senza alcuna distinzione, con sede ad Herat. Da questo ospedale riceviamo molte testimonianze di persone che ci lavorano che affermano come in Afghanistan le donne sono talmente malnutrite da non riuscire a loro volta a nutrire i loro figli, poiché non riescono a produrre abbastanza latte. Si tratta quindi di una reazione a catena che di certo ci fa capire la gravità della situazione. Se in Italia, come nel resto del mondo, riusciamo a sconfiggere molte malattie grazie alle medicine e ai vaccini, in Afghanistan la sanità è tanto arretrata che i bambini possono rischiare di morire anche per delle patologie più banali e curabili, come un raffreddore o la polmonite. Le foto che arrivano dall’ospedale ad Herat sono la principale fonte e prova di ciò, mostrandoci bambini malnutriti e donne affaticate.