La tutela del territorio italiano: un’esigenza che non si può rimandare

Alluvione Emilia-Romagna
Intervento dei vigili del fuoco nelle zone alluvionate - © Vigili del fuoco

La recente alluvione che ha colpito l’Emilia-Romagna, secondo le stime provvisorie, ha causato danni per 8,9 miliardi di euro e, di questi, 1,8 miliardi sono destinati ad interventi di natura urgente, come ad esempio la messa in sicurezza degli argini e delle strade, ma soprattutto mettere al sicuro le comunità da future tragedie naturali di questo tipo. Attualmente, il comparto agricolo della regione, ha riportato 1,1 miliardi di danni per un totale di dodicimila imprese coinvolte a vario titolo tra terreni inutilizzabili, coltivazioni perdute, allevamenti sotto stress e derrate di eccellenze agroalimentari definitivamente compromesse per un controvalore di milioni.

La Commissione Europea, dopo una specifica richiesta di diversi paesi, attraverso l’utilizzo di specifici fondi previsti all’interno della riserva di crisi della Pac, ha varato un pacchetto di aiuti straordinari dell’ammontare di 330 milioni per gli agricoltori e per le aziende del comparto, con 60,5 milioni destinati al nostro paese che potranno essere triplicati attraverso uno specifico contributo nazionale. Questo tipo di intervento, per Acli Terra, è una necessità improrogabile e deve essere messa in campo nel più breve tempo possibile. La tutela del territorio, attraverso la salvaguardia del sistema rurale, è un’esigenza italiana ed europea che non può essere procrastinata. I fondi in questione, quindi, sono molto utili sotto i profili dell’assistenza e dello sviluppo per l’intero settore agricolo dell’Emilia-Romagna e dell’Italia nel suo complesso. L’erogazione di questi, pertanto, deve essere svolta celermente e con un iter burocratico molto breve, affinché le aree colpite possano tornare il più presto possibile a lavorare serenamente nelle loro aziende ricostruite, dando così il loro contributo determinate alla produzione delle eccellenze agroalimentari italiane.