Il “laborioso silenzio” per le vittime di Genova

Oggi è prima di tutto il tempo della vicinanza alle vittime, alle famiglie delle persone coinvolte e agli sfollati, con la preghiera ma anche con gesti concreti. Sono persone distrutte dal dolore. Chi vive questa esperienza ha bisogno di condivisione, è importante che non si senta solo. Nei loro confronti non servono tante parole, piuttosto è efficace quel “laborioso silenzio” che stanno mostrando i vigili del fuoco, i soccorritori della Protezione Civile, tantissimi volontari. E questo sostegno è necessario non solo oggi, giorno del lutto nazionale, e non solo fino a domani, quando ancora l’eco mediatica resterà alta. Le persone che si sono trovate improvvisamente con i propri cari strappati via per sempre o senza più un’abitazione, avranno bisogno di risposte concrete, caso per caso, anche nel futuro prossimo. Come Comunità Papa Giovanni XXIII, abbiamo dato la disponibilità, se fosse necessaria, ad accogliere temporaneamente nelle nostre Case Famiglia in Liguria, sia a Levante che a Ponente, coloro che non possono più rientrare nella propria abitazione.

Ma ora è anche necessario fare una seria riflessione sul lavoro che, chi governa e chi ha la responsabilità sulle infrastrutture, deve obbligatoriamente svolgere. Non è possibile che non vengano impiegati tutti i fondi possibili, tutto l’impegno per fare gli adeguamenti e le ristrutturazioni di cui hanno bisogno numerosi ponti in tutta Italia. Io, come tante altre persone, ho spesso percorso in automobile il Ponte Morandi e devo riconoscere che la sensazione che ho sempre provato è stata quella di trovarmi sopra a una struttura alquanto vecchia. Si tratta di un ponte costruito cinquant’anni fa, quando l’afflusso di mezzi era nettamente inferiore rispetto ad oggi. Questa riflessione serve per stimolare la riqualificazione di opere simili, di cui l’Italia è piena, e anche per ripensare i trasporti adeguandoli alla vita di oggi, che prevede molti spostamenti dovuti alla globalizzazione. Agire in questo senso ha un valore sociale, perché contribuisce a fare in modo che simili tragedie non accadano più.