Il futuro e i giovani attendono un mondo adulto adeguato

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In questa giornata e alla luce anche dei terribili ultimi avvenimenti di cronaca si parla di vera e propria emergenza di violenza di genere, ma purtroppo nel nostro Paese la violenza contro le donne non è un fenomeno di natura episodica, né emergenziale: è un problema strutturale. Ogni misura straordinaria che non sia sistemica rischia di non agire sulla rimozione delle cause dei femminicidi e violenze che insanguinano il nostro Paese.

E’ bene ricordarci che la violenza contro la donna è una manifestazione dei rapporti diseguali tra i sessi che hanno portato alla dominazione maschile sulle donne e che hanno reso le donne “cose” “oggetti” da utilizzare, rompere, distruggere; è nella lettura sociale che la persona maschile o femminile si riconosce e si differenzia, sono i codici culturali ed i canoni valoriali socialmente condivisi che assegnano ruoli ed identità ai corpi ed è su questi che bisogna agire in modo sistemico. Nonostante i riconoscibili progressi storici, nella società contemporanea è palese che il corpo femminile viene usato come strumento per vendere, o diventa esso stesso oggetto in vendita, dalle forme più palesi come la prostituzione e la pornografia, alle espressioni più nascoste di oggettivazione mediatica; il fenomeno è pervasivo e capillare in tutta l’esperienza quotidiana delle nuove e vecchie generazioni.

La tolleranza verso l’esaltazione dei corpi a dispetto delle qualità intellettive e spirituali, il loro uso, consumo e abuso deforma e corrompe la sana sessualità, propone un modello culturale che veicola l’immagine della dimensione erotica come totalmente separata dal sentimento e dall’affetto. Carne venduta e comperata, mercificabile e che frantuma l’unità della persona psichica e corporea della persona con effetti devastanti sulla popolazione giovanile; tanti non riescono più a decifrare correttamente la realtà e soprattutto nei giovani più fragili si creano distorsioni cognitive importanti, spesso nascoste e non espresse se non al momento della deflagrazione di situazioni drammatiche. La disgraziata “tradizione storica” che già imputava alle donne un’identità “minorata” invece di uscirne liberata pare ricadere nel baratro della schiavitù.

Le emozioni vanno educate e maturate e se l’educazione in famiglia e la scolarizzazione da questo punto di vista hanno una enorme responsabilità, anche l’ambiente sociale in cui si cresce ha una importante rilevanza; una nuova società liquida a cui il mondo adulto non ha saputo offrire risposte adeguate.

Oggi l’era di internet ed il web rendono, seppur accanto a tante buone cose, il quotidiano sempre più veloce, coloro che vi prendono parte, soprattutto le nuove generazioni, sono sempre più insicure ed impaurite non riuscendo ad afferrare, nel vortice inarrestabile di informazioni, una guida, una base sicura. La condivisione delle emozioni costituisce l’elemento centrale della vita di relazione: la socialità, confusa, disordinata, imprevedibile, instabile, si alimenta di emozioni. L’emozione senza un centro di gravità stabile diventa pericolosa, trascinata dalla marea, dal mondo odierno così liquido ed imprevedibile.

I giovani diventano egoisti e violenti nella misura in cui tutta la rete sociale adulta, a tutti i livelli, non insegna loro il valore della relazione con le persone, il valore del sorriso, il valore del prendersi cura degli altri, il valore della nonviolenza. Porre fine alla violenza contro le donne riguarda tutti, nessuno deve voltarsi dall’altra parte pensando che la questione non sia direttamente di interesse personale. Un diverso modo di agire è possibile, è possibile impiantare e far crescere semi di pace e nonviolenza condividendo concretamente coi giovani spazi vitali nuovi che per trapianto vitale educhino alla uguaglianza tra i sessi, al rispetto reciproco e ad una sessualità sana. Gli stereotipi di genere, il sessismo, le diverse forme di violenza, più che essere combattuti attraverso definizioni teoriche vanno fatti capire attraverso attività che portino le persone, i giovani, ad elaborare una propria esperienza e a confrontarsi con gli altri. E non distogliamo lo sguardo rivolto a chi è più adulto di loro che spesso si scopre essere il soggetto meno maturo, meno credibile. Il futuro e i giovani attendono un mondo adulto adeguato e una politica strutturale nonviolenta che possa preservare i loro sogni e la loro felicità.