Quei campioni che ci hanno lasciato nel 2020

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Se ne va un anno difficile, a cominciare dai tanti sportivi che ci hanno lasciato, oltre a tutte quelle vite spezzate da una pandemia arrivata inattesa e che ha messo in ginocchio il mondo intero.

Nel 2020 ci hanno lasciato Pietro Anastasi (71 anni ex Juve dove ha vinto tre scudetti e Inter, oltre all’Europeo del 1968). Poi la morte inattesa e drammatica di Kobe Bryant, scomparso a soli 41, vittima di un drammatico incidente in elicottero dove, tra gli altri, ha perso la vita anche la figlia Gianna. Stella dei Lakers, cinque titoli nazionali oltre a due ori olimpici.

Poi la morte di due ex presidenti di calcio, Luciano Gaucci che fece grande il Perugia portandolo nel 2003 in Coppa Uefa, e Gazzoni Frascara, per nove anni alla guida del Bologna. La perdita di Lorenzo Sanz, storico presidente del Real Madrid, quella di Pape Diouf, primo presidente africano alla guida di un club di calcio, il Marsiglia. Il pugilato italiano ha pianto per Sandro Mazzinghi, campione del mondo ed europeo dei pesi medi junior, mentre la pallanuoto lo ha fatto per quel gigante buono che è stato l’ungherese Tibor Benedek, il mancino baciato da Dio, che ci ha lasciato a soli 47 anni.

Tibor è stato una leggenda ungherese (con la nazionale magiara ha vinto tre ori olimpici), ma ha vinto uno scudetto con la Roma e sei con la Pro Recco. E tanto altro ha pagato il calcio. Se ne è andato Gigi Simoni, ex calciatore ed allenatore di Inter (vinta una Coppa Uefa), Napoli e Lazio. Mariolino Corso, uno che ha vinto tutto con la grande Inter di Herrera e Moratti. Quattro scudetti, 2 coppe Campioni, 2 Intercontinentali. Poi ci ha lasciato Pierino Prati. Ha vinto tutto con il Milan, ma ha lasciato ricordi indelebili anche alla Roma.

Poi il fine anno, turbato dalla morte di Diego Armando Maradona, uno dei più grandi di sempre. Simbolo dell’Argentina con la quale vinse un mondiale, e del Napoli (due scudetti e una coppa Uefa). Il Pibe de Oro aveva 60 anni e aveva giocato anche con il Barcellona. Qualche giorno Diego, la notizia della scomparsa di Alejandro Sabella ex allenatore dell’Argentina e per ultimo, il dramma della scomparsa di Paolo Rossi, Pablito per tutti, ricordato soprattutto per essere stato l’uomo che fece piangere il Brasile e portato l’Italia sul tetto del mondo nel 1982.

Maledetto 2020 che ci ha portato via tanti affetti, oltre ad aver stravolto il mondo dello sport. Campionati saltati a metà marzo poi ripresi a ridosso del mese di giugno sfidando la pandemia. La Juve si è confermata la più forte in Italia, il Bayern ha dominato la Bundesliga, mentre il Real Madrid è tornato sul tetto di Spagna, mentre il Liverpool dopo una vita ha conquistato la Premier. Il Siviglia ha vinto l’Europa League battendo in una finale inedita, giocata tutta in un concentramento in Germania l’Inter, mentre il Bayern Monaco, al Dal Luz di Lisbona, ha conquistato la Champions battendo in finale il Psg. Lewandowski re dei bomber, nominato calciatore dell’anno sia dalla Uefa che dalla Fifa, mentre Ronaldo è stato eletto calciatore del Secolo, relativo ai primi venti anni, dal 2001 al 2020.

Ma l’anno che sta per lasciarci, ha segnato anche il rinvio di due grandi competizioni, Euro 2020 di calcio e i Giochi Olimpici di Tokio. Non era mai accaduto. Entrambi gli eventi, sono stati rinviati al prossimo anno, il 2021, con grosse perdite economiche per Uefa e Cio. Come saranno le prossime competizioni, difficile stabilirlo. La pandemia ha portato alla chiusura degli stadi e fino ad ora tutte le competizioni si sono svolte a porte chiuse. La speranza è che l’arrivo del vaccino ed un calo della curva dei contagi, possa portare ad una riapertura degli impianti, sia pur parziale.

Per quanto riguarda l’Italia, l’unica cosa positiva di questo 2020, è la Nazionale di Roberto Mancini che ha conquistato con largo anticipo la qualificazione all’europeo itinerante “Euro 2020” (girone eliminatorio ia Roma contro Svizzera, Turchia e Galles) e successivamente ‘accesso alla fase finale della Nations League che si svolgerà in Italia (Milano e Torino) a ottobre del prossimo anno. Una nazionale ritrovata, nei risultati, ma soprattutto nel gioco spumeggiante che ha fatto innamorare tutti gli appassionati.

A marzo inizieranno anche le qualificazioni a Qatar 2022, ma intanto a giugno-luglio, l’Italia vuole provare a portare a casa il primo trofeo dell’era Mancini. Partendo da Roma per alzare sotto il cielo di Londra, la Coppa Europa per Nazioni. E non è solo un sogno, perché tra le tanti nubi del 2020, l’unico raggio di sole, è stato proprio quello della Nostra Nazionale.