Le storie di Bionthech e Moderna, da startup a speranze contro il coronavirus

Startup

Nell’ultimo decennio abbiamo visto una crescita esponenziale delle Startup. Non solo a livello mondiale ma anche in Italia. Grazie a diverse agevolazioni, ad una forte spinta mediatica e a numerose misure per incentivare questa nuova forma di impresa, le Startup hanno goduto di un forte sostegno politico.

Il famoso “Decreto crescita 2.0”, voluto dal Ministero dello Sviluppo Economico e adottato nel 2012, si è avvalso di una particolare “strategia nazionale” per le Startup che generano innovazione.

Questo perché le Startup innovative sembrano rappresentare, anche nell’opinione pubblica, l’avanguardia dell’innovazione imprenditoriale, apparendo come la promessa di una rinascita economica del nostro Paese.

Ciò viene dimostrato anche dal fatto che, almeno fino ad oggi, le policy per le Startup innovative continuano ad essere sostenute dalla politica attraverso continui incrementi delle agevolazioni a loro riservate, come, ad esempio, il piano di sviluppo nazionale “Impresa 4.0”.

Viviamo in un Paese che, di fatto, non spinge molto, come tanti altri, sulle politiche industriali ma che, in questo caso, si dimostra in controtendenza, prendendo impegni a lungo termine e coinvolgendo più fazioni politiche e più governi, che si sono dimostrati sempre favorevoli.

In ambito sanitario, con l’arrivo del coronavirus, abbiamo visto la nascita di almeno una cinquantina di Startup coinvolte nello studio dei vaccini. A gennaio è stato isolato il primo codice genetico del coronavirus e molte realtà hanno iniziato a sviluppare procedure, processi e nuove tecniche per la realizzazione di un vaccino efficace.

Sono state due le Startup a realizzare, per prime, vaccini efficaci. Evidentemente non stiamo parlando di due realtà appena nate, ma di aziende che una decina di anni fa non esistevano e che oggi hanno superato alcune aziende farmaceutiche centenarie con disponibilità economica infinita… BioNtech è una delle due.

Ugur Sahin e Oezlem Tuereci sono marito e moglie, immigrati in Germania. Lui fondatore e amministratore delegato della ditta di famiglia, lei medico responsabile per lo sviluppo. Sahin è stato il primo a livello mondiale a dare il via ad una sfrenata ricerca sul vaccino anti-Covid , ancora prima che la pandemia arrivasse in Europa. Nonostante la Startup fosse di successo, la coppia non è riuscita a reperire investimenti in Europa, trovandoli però negli Stati Uniti e in Asia, per poi quotare l’azienda alla borsa di New York.

Quando a inizio 2020 è scoppiata la pandemia, BioNtech valeva 4 miliardi di dollari, ora ne vale più di 20! La vera strategia che ha portato al successo questa Startup, oltre alla scelta di sviluppo di nuove tecnologie per studiare il virus ed estrarne l’mRNA, è stata quella di trovare un accordo serio e duraturo per la distribuzione e la commercializzazione di miliardi di dosi con una grande azienda farmaceutica: la Pfizer

La seconda è Moderna. Fondata nel 2010 negli Stati Uniti con la convinzione, all’epoca ritenuta infondata, che il corpo umano potesse produrre i “farmaci” di cui ha bisogno, è stata quotata in borsa due anni fa e oggi ha più di mille dipendenti nonostante si dichiari ancora una Startup.

Due storie di successo, quindi, ma che hanno seguito modelli completamente diversi.
Il primo si chiama “open innovation”, che non è altro che una collaborazione concatenata fra grandi aziende consolidate e Startup di successo. La Pfizer, ad esempio, ha ingaggiato anche Controlant, un’altra Startup che da almeno dieci anni ha sviluppato un sistema innovativo per il trasporto in sicurezza dei farmaci a temperature che si aggirano sotto i -70°.

Il secondo si chiama “finanziamento pubblico e privato”. Moderna, infatti, è riuscita a raccogliere oltre due miliardi e mezzo di dollari per sostenere la ricerca, lo sviluppo e la produzione del vaccino.

Le Startup non devono più essere considerate “un gioco”, bensì il “futuro che avanza” in cui si potranno creare soluzioni per risolvere i problemi del mondo. Anche le nostre grandi aziende italiane hanno capito che conviene prendere sul serio queste “piccole grandi realtà” che stanno sorgendo e collaborare con loro. Ma soprattutto stiamo capendo, anche a livello politico, che una nazione che investe nelle Startup, se lo fa in modo consapevole, attento e oculato, non “butta via” soldi pubblici ma scommette sulle migliori eccellenze del suo paese!

Uno dei fondatori di Moderna ha dichiarato: “Le Startup sono quelle idee che nel giro di un decennio passano dall’essere folli a salvarti la vita”!