Scontro treni: 2 ragazzi ciprioti tra le vittime. Proteste a Salonicco

57 le vittime accertate dell'incidente ferroviario avvenuto nella valle di Tebe, in Tessaglia nella notte di martedì, 56 i dispersi

I soccorsi a Larissa, in Grecia. Foto: @greekredcross

Tra le 57 vittime accertate dell’incidente ferroviario avvenuto nella valle di Tebe, in Tessaglia nella notte di martedì, ci sono un ragazzo e una ragazza ciprioti (di 23 e 24 anni) che studiavano all’università di Salonicco, dove era diretto il treno passeggeri partito da Atene. Lo riporta la televisione Ert.

Proseguono intanto le operazioni dei vigili del fuoco alla ricerca dei dispersi e l’identificazione delle salme tramite Dna. Le operazioni dei pompieri dovrebbero concludersi nelle prossime ore.

La Croce Rossa ellenica sta sostenendo i soccorsi dei feriti in loco e la raccolta sangue in tutto il territorio nazionale.

La polizia perquisisce la stazione di Larissa

La stazione ferroviaria di Larissa, in Grecia, è stata perquisita questa mattina dalla polizia nell’ambito delle indagini sulle cause disastro ferroviario di martedì sera: lo ha reso noto un portavoce della polizia. La polizia ha sequestrato “tutti i documenti che possono aiutare le indagini”, ha detto il portavoce. L’incidente ferroviario, che ha provocato la morte di almeno 57 persone, è stato attribuito a un errore del capostazione di Larissa, la città più vicina al luogo dello scontro tra i due treni.

In Grecia ieri è stato il giorno della rabbia, con proteste e scioperi

Altri 14 corpi carbonizzati sono arrivati oggi [ieri, 2 marzo, ndr] alla camera mortuaria di Larissa, portando il tragico bilancio della collisione di due treni a Tebi, poco fuori dalla città della Grecia centrale, ad almeno 57 vittime: un conto che è destinato a salire ancora, visto che secondo i Vigili del Fuoco ellenici ci sono 56 persone ufficialmente disperse e 48 feriti, sei dei quali in terapia intensiva.

E mentre cresce il numero dei morti, aumenta anche la rabbia di famiglie, sindacati e di tutta la società greca, scioccata da una tragedia che viene imputata a scarsa manutenzione, strutture vecchie e personale in numeri insufficienti. Il primo e finora unico imputato è il capostazione di Larissa, un 59enne con poca esperienza che avrebbe ammesso il proprio errore, secondo i media greci. L’uomo – assunto solo pochi mesi fa – avrebbe detto al magistrato di aver indirizzato il treno sul binario sbagliato e di non essersi reso conto della svista fino al momento dell’incidente.

Ma molti, oggi, lo ritengono poco più di un capro espiatorio per un sistema che ha mostrato tutta la sua inadeguatezza – in particolare per l’assenza di sistemi automatici e segnali luminosi funzionanti – causando il peggior incidente ferroviario della storia greca. Oltretutto, sarebbe emerso che sul convoglio passeggeri diretto a Salonicco, che si è scontrato frontalmente col merci che andava a Larissa, viaggiavano più persone del consentito. Molti di loro erano studenti che rientravano da Atene dopo le festività del Carnevale greco ortodosso.

Mentre nella Valle di Tebi le operazioni di soccorso procedono – si prevede per tutta la mattina di venerdì- con difficoltà, attraverso l’utilizzo di gru per sollevare le lamiere dei vagoni accartocciate dall’impatto frontale e fuse dalle fiamme, ad Atene e in altre città la protesta è esplosa.

Stamane e questa sera [ieri, ndr] gruppi di dimostranti si sono radunati davanti alla sede ateniese della Hellenic Train – l’operatore dei treni passeggeri e merci, controllata da Trenitalia e dalla capogruppo FS italiane – per denunciare le carenze del sistema ferroviario. Uno striscione denunciava ‘le privatizzazioni uccidono’ (anche se la rete è gestita non da Hellenic Train ma dalla società statale greca Ose, che ha emesso il suo primo comunicato di cordoglio 40 ore dopo l’incidente) e nel corso della manifestazione in mattinata ci sono stati scontri tra dimostranti e polizia.

In serata, nuovo concentramento davanti agli uffici della società ferroviaria ma soprattutto a piazza Syntagma, davanti al Parlamento, dove circa 3.000 persone hanno sfidato la pioggia per prendere parte ad una marcia silenziosa di protesta. E per tutta la giornata di giovedì e venerdì nessun treno percorrerà le ferrovie greche, né si muoverà la metro di Atene, a causa dello sciopero proclamato dal sindacato di settore Pos.

Il governo – mercoledì ha dato le dimissioni il ministro dei Trasporti Kostas Karamanlis – ha ammesso attraverso il portavoce Yannis Oikonomou che i ritardi nella modernizzazione delle ferrovie “hanno origine nelle patologie croniche del settore pubblico greco e in decenni di debolezza”. Ma tra i dimostranti c’è chi teme che l’inchiesta finisca in qualche palude dove non verranno accertate le diverse responsabilità: a Larissa, fuori da un ospedale dove sono stati portati i feriti è stato appeso uno striscione per denunciare possibili insabbiamenti nell’indagine in corso.

Accanto alla rabbia, la pena e il dolore dei parenti, molti dei quali si sottopongono al test del dna per consentire l’identificazione dei resti umani irriconoscibili estratti dalle lamiere. Una tragedia che in Grecia tocca l’intero Paese che si stringe alle vittime: anche oggi lunghe file di donatori di sangue si sono formate davanti agli ospedali.

Fonte: Ansa