Recuperate a Gaza le salme di 3 ostaggi: si pensava fossero vivi

Nessuna speranza di ritrovare in vita Orión Hernández Radoux , 30 anni, Hanan Yablonka , 42 anni, e Michel Nisenbaum, 59 anni. Erano stati tutti uccisi il 7 ottobre, le salme recuperate a Gaza dall'esercito israeliano

Foto: CARLO LANNUTTI

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 231. L’Idf ha recuperato i corpi di 3 ostaggi israeliani a Jabalya, nel nord di Gaza. I tre furono uccisi il 7 ottobre e portati dentro la Striscia, secondo il portavoce militare. Intanto l’Unrwa avverte: “In Cisgiordania c’è un’altra guerra che passa inosservata. Le persone stanno sprofondando nella povertà”.

Recuperati i corpi di tre ostaggi israeliani nel nord di Gaza

L’Idf ha recuperato i corpi di 3 ostaggi israeliani: Orión Hernández Radoux , 30 anni, Hanan Yablonka , 42 anni, e Michel Nisenbaum, 59 anni. Sono stati tutti uccisi il 7 ottobre, secondo l’esercito. Fino a poco tempo fa non si avevano informazioni sul loro stato e si credeva quindi che fossero ancora vivi.

I corpi dei tre ostaggi sono stati recuperati nella zona di Mefalsim, secondo l’IDF, lo stesso luogo dove i terroristi di Hamas hanno ucciso e rapito altri quattro ostaggi i cui corpi sono stati ritrovati la settimana scorsa in un tunnel a Jabaliya.

Unrwa: “In Cisgiordania c’è un’altra guerra che passa inosservata”

“In Cisgiordania c’è un’altra guerra che sta passando inosservata”. Lo ha scritto su X il Commissario generale dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, “Nel campo profughi settentrionale di Nour Shams il nostro personale mi ha parlato dell’impatto delle operazioni regolari delle forze israeliane sulla loro vita quotidiana. Quella che una volta era un’area vivace con mercati e vita, ora giace in rovina: case distrutte, strade demolite, infrastrutture di base come le reti idriche ed elettriche smantellate. Le persone stanno sprofondando nella povertà“, ha aggiunto.

Israele taglia i contatti fra Consolato di Spagna e palestinesi

Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha deciso di interrompere i contatti tra la “missione spagnola in Israele e i palestinesi e di vietare al consolato spagnolo a Gerusalemme di fornire servizi ai palestinesi di Giudea e Samaria (Cisgiordania, ndr)”. La decisione è in risposta alle parole della vicepremier spagnola Yolanda Diaz, secondo cui la Palestina “dovrà essere libera dal fiume al mare”.

Fonte: Ansa