Oro paralimpico Arjola Trimi: “Riammetere gli atleti russi? Il CIO dimostri coerenza”

Il commento a Interris.it di Arjola Trimi, campionessa paralimpica di nuoto, sulla decisione del CIO di riammettere gli atleti russi e bielorussi alle competizioni internazionali

Palazzo del Quirinale, 23/09/2021. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna ad Arjola Trimi una medaglia. Foto: Quirinale

Si avvicinano le Olimpiadi di Parigi del 2024. Ma sulla presenza o meno degli atleti olimpici e paralimpici con passaporto russo e bielorusso il nodo non è ancora stato sciolto.

Verso le olimpiadi di Parigi 2024

Il 24 febbraio 2022 la Russia lanciava un’aggressione su vasta scala contro l’Ucraina. Subito dopo, il 28 febbraio, il comitato esecutivo del CIO pubblicava una dichiarazione in cui chiedeva alle Federazioni di escludere gli atleti russi e bielorussi dalla partecipazione a competizioni internazionali e di non tenere campionati nella Federazione Russa e in Bielorussia “al fine di proteggere l’onestà delle competizioni sportive globali e la sicurezza di tutti i partecipanti”.

Poche ore fa il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha proposto la riammissione degli atleti che potranno così tornare alle competizioni internazionali ma solo a titolo individuale, da “neutrali”: vale a dire senza inno o bandiera e non legati alle forze armate.

Una decisone che ha fatto discutere. Tanto che oggi l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (PACE) ha chiesto al CIO e ai suoi organi sportivi di “vietare la partecipazione di atleti russi e bielorussi ai Giochi olimpici e paralimpici di Parigi e a tutti i grandi eventi sportivi finché la guerra di aggressione della Russia continuerà”.

Palazzo del Quirinale, 23/09/2021. Il Presidente Sergio Mattarella al termine della cerimonia di restituzione della bandiera da parte degli atleti italiani di ritorno dai Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020. Foto: Quirinale

Il commento della campionessa paralimpica Arjola Trimi

“Non voglio dire se sono favorevole o meno alla nuova decisione del CIO sulla riammissione degli atleti russi e bielorussi neutrali. Ci sono persone che hanno maggior competenze per esprimere un giudizio. Posso solo dire che, a mio avviso, ci vorrebbe coerenza. Accetterò qualsiasi decisione del CIO, in un senso o nell’altro. Però ricordo che nel 2022 questi atleti vennero esclusi dalle Olimpiadi di Tokyo al fine di proteggere l’onestà delle competizioni sportive globali. E la guerra in Ucraina non è ancora finita”.

A dirlo a Interris.it è Arjola Trimi, campionessa paralimpica di nuoto, campionessa mondiale e tredici volte campionessa europea. Alle scorse Paralimpiadi di Tokyo, Arjola ha conquistato i suoi primi due ori olimpici vincendo la gara dei 50 metri dorso categoria S3, e i 100m stile libero. Sempre durante la kermesse giapponese, ha vinto anche la medaglia d’argento nella staffetta mista 4×50 stile libero insieme a Giulia Terzi, Luigi Beggiato e Antonio Fantin. La XVII edizione dei Giochi Paralimpici 2024 si terrà a Parigi, dal 28 agosto all’8 settembre.

“Sono pienamente consapevole – prosegue la Trimi – che lo sport rappresenti uguaglianza, rispetto, inclusione. Un momento di aggregazione che deve passare sopra a tante problematiche e divisioni. Per questo lo sport dovrebbe rimanere lontano da tutti gli eventi politici della società”.

“Ma di fronte ad un fatto tanto grave quale l’aggressione ad uno Stato sovrano, credo che il CIO dovrebbe dimostrare coerenza con la decisione presa nel 2022. Perché in questi mesi la situazione in Ucraina non è migliorata né cambiata. La domanda che mi pongo è: i valori sportivi devono passare sopra a tutto o c’è comunque un limite, un ‘No’ da dire? Lo sport è un momento di aggregazione, non di guerra, morte o divisione tra i popoli”.

“Per quel che riguarda la mia partecipazione a Parigi 2024, è tutto ancora da decidere. Sono ferma da dopo le Olimpiadi di Tokyo a causa di un problema alla spalla. Dopo le Olimpiadi ho subito un intervento. Mi sono presa questo tempo per ascoltare il mio corpo e dedicarmi alla salute. Ora sto recuperando facendo terapie, visite, fisioterapia etc. La speranza – conclude Trimi – è quella che anima e dà forza ad ogni atleta: andare alle Olimpiadi!”.