Confcommercio: “Consumi delle famiglie oltre i livelli pre-Covid grazie al turismo”

Sangalli (Confcommercio): "La crescita dei servizi e del turismo potrebbe riportare quest'anno i consumi a un livello di normalità, ma ci sono ancora molti nodi irrisolti"

Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay

Positive le stime dell’ufficio studi di Confcommercio che vedono un aumento della spesa delle famiglie che tornerà “alla normalità” superando il livello pre-Covid del 2019: da 20.814 euro a 21.083 euro. Ma il presidente Sangalli lancia l’allarme: “L’economia è in fase di rallentamento”.

Confcommercio, consumi famiglie oltre i livelli pre-Covid

Quest’anno la spesa delle famiglie – stima l’ufficio studi di Confcommercio – spinta soprattutto dal turismo (+23,6%) tornerà “alla normalità” superando (a quota 21.083 euro) il livello pre-Covid del 2019 (20.814 euro).

Tuttavia, avverte il presidente Carlo Sangalli, l’economia “è in fase di rallentamento e alcuni nodi sono ancora irrisolti. Mancano infatti all’appello un piano di rilancio del Sud, la piena realizzazione di riforme e investimenti del Pnrr e una profonda riforma fiscale in tempi rapidi”. Ancora nel 2024, invece, ci si avvicinerà ma non saranno raggiunti i livelli del picco pre-crisi del 2007 (21.365 contro 21.569).

Restano “nodi irrisolti” e la preoccupazione per una economia in rallentamento mentre – rileva Sangalli commentando le stime sulla spesa pro capite delle famiglie dell’ufficio studi di Confcommercio – “la crescita dei servizi e del turismo potrebbe riportare quest’anno i consumi a un livello di normalità. Consumi che, peraltro, valgono il 60% del Pil”. Il dato emerge da una analisi sui consumi delle famiglie italiane negli ultimi trent’anni, tra il 1995 ed il 2023.

Quello nel lungo periodo è considerato “un andamento deludente”, dimostra “una patologia da scarsa crescita strutturale”, negli anni e fino alle stime per il 2024: “Oltre duecento euro di spesa a testa in meno” rispetto al picco raggiunto nel 2007, prima della crisi finanziaria del 2008. Il 2023 – rileva Confcommercio – “si può definire come l’anno del ritorno alla normalità grazie soprattutto al consistente contributo della filiera turistica che, rispetto all’anno scorso, registra aumenti consistenti per viaggi, vacanze e alberghi (+23,6%), servizi ricreativi e culturali (+9,7%), bar e ristoranti (+8%). In attesa della ripresa della manifattura esportatrice, sono questi i pilastri del terziario di mercato da cui può derivare una maggiore crescita economica auspicabilmente sostenuta anche da riforme e investimenti del Pnrr”.

A parte l’impatto sull’economia, l’analisi di Confcommercio delinea il quadro di come, tramite i consumi delle famiglie, in trent’anni sono cambiate vita e abitudini degli italiani: in sintesi “sempre più tecnologia e tempo libero, meno pasti in casa, mobili e arredamento. Abbigliamento ai livelli del 1995”. Il rapporto mette in evidenza che “è la tecnologia, con i pc e i prodotti audiovisivi e multimediali, ma soprattutto i telefoni, a segnare un vero e proprio boom nei consumi degli italiani negli ultimi 30 anni: i primi, con un aumento della spesa pro capite in termini reali del 786%, i secondi con un incremento addirittura del 5.339%; in forte crescita, all’interno del comparto del tempo libero, anche i servizi ricreativi e culturali (+93%); in calo i pasti in casa (-11,2%), mobili ed elettrodomestici (-5,1%) e il consumo di elettricità e gas (-12,2%), anche in virtù della riduzione degli sprechi e delle politiche di risparmio energetico”. Quanto ai dati del 2022, “con 20.810 euro pro capite la spesa delle famiglie è ancora inferiore ai livelli del 2019”.

Fonte: Ansa