Scoperte: l’Homo erectus era molto più tecnologico di come immaginiamo

Lo dimostrano due crani rinvenuti in Etiopia. Non tutti usavano gli stessi strumenti e attrezzi. Ma perché?

Come vivevano i nostri antenati? Di sicuro, non tutti utilizzavano lo stesso tipo di tecnologia. Così sembrano suggerire gli strumenti rinvenuti assieme ai due crani di Homo Erectus in Etiopia.

La scoperta

Il ritrovamento descritto su Science Advances è avvenuto nel sito di Gona, nella regione di Afar, in Etiopia. Qui, un team di archeologi del Centro Nacional de Investigación sobre la Evolución Humana (Spagna) ha riportato alla luce i frammenti di due crani di Homo erectus, di 1,26 e 1,5 milioni di anni rispettivamente. Ma, ancor più sensazionale, è stata la scoperta, accanto alle ossa, di diversi utensili in pietra, i quali sembrerebbero direttamente associabili agli ominidi e scolpiti con due diverse tecniche: quella acheuleana (una lavorazione più complessa con scheggiature simmetriche su due lati) e quella olduvaiana (più semplice e arcaica).

Nuove ipotesi

L’Homo erectus comparve in Africa circa 2 milioni di anni fa; caratterizzato da un cervello relativamente sviluppato, era un abile “artigiano”. A questa specie è attribuita l’invenzione dell’ascia a mano acheuleana, uno strumento in pietra a forma di mandorla ricavato scheggiando una lastra con oggetti più piccoli, una sorta di “coltellino svizzero” del Paleolitico. Finora si pensava che il passaggio a questo utensile così sofisticato avesse comportato l’abbandono della tecnologia precedente; ma il ritrovamento di strumenti di entrambe le fogge suggerisce che adoperasse i due tipi di utensili nello stesso periodo, scegliendo di volta in volta il più adatto. Questo comportamento fa pensare che l’Homo erectus fosse particolarmente adattabile al contesto in cui viveva e che avesse comportamenti molto flessibili. 

I crani

Il più vecchio è molto più piccolo del più recente e ha la minore capacità cranica mai attestata per questa specie. Secondo gli autori dello studio, potrebbe trattarsi di un cranio femminile. Se così fosse, vorrebbe dire che l’Homo erectus aveva uno spiccato dimorfismo sessuale (accentuate differenze tra maschi e femmine). L’analisi isotopica dei denti rimasti indica un’alimentazione variegata, a base di uova, insetti, piante boschive e animali erbivori. Insomma, una specie versatile su tutti i fronti: anatomico, ecologico e comportamentale.