Quando lo sport diventa arte

Il racconto del Neoclassico, secondo Archistadia (rivista online di architettura sportiva)  è nella facciata esterna dello Stadio Moccagatta di Alessandria. Sul lato sud dell’impianto, lungo il viale Spalto Rovereto, uno splendido timpano neoclassico è incastonato in un alto fronte che si conclude con una cornice marcapiano e due pennacchi laterali. Sorprende, riferisce la Stampa, che Archistadia abbia “premiato” Alessandria e ignorato un monumento del calcio internazionale, cioè il Santiago Bernabeu. Ma la rivista online di architettura sportiva motiva così la scelta. “Quello di Madrid sarebbe ascrivibile alla categoria degli stadi “brutalisti”, con la forma di un superellisse e delle costole di cemento armato che ne delimitano il perimetro. Al Bernabeu abbiamo preferito Belo Horizonte che, pur ristrutturato per i Mondiali del 2014, ha mantenuto un’identità architettonica originale, mentre quello spagnolo è stato fin troppo ampliato e ammodernato”, puntualizza Archistadia

Chiarezza didattica

Alla base, quattro massicci pilastri sono decorati con un rivestimento bugnato che prosegue in orizzontale sulle pareti laterali della tribuna, lasciando un basamento liscio e continuo sottostante. Inaugurato nel 1929, lo stadio di Alessandria ha nella sua tribuna sud il settore ospiti, con l’ingresso dei tifosi previsto proprio dal cancello esterno e attraverso il moderno prònao. Il contrasto fra la chiarezza dell’architettura (quasi didattica), declinata in un impianto sportivo “di provincia”, aumenta l’eccezionalità stilistica di questo esempio, che “merita quindi di essere evidenziato“, secondo Archistadia.

Stile architettonico

“La nostra non è una classifica, anche se ogni stadio si colloca in una precisa epoca storica e di fatto ne diventa l’icona”, spiega alla Stampa il torinese Antonio Cunazza, direttore di Archistadia. È un esperto di architettura sportiva, si è laureato con una tesi sugli stadi e ne ha visitato un’infinità: era anche all’inaugurazione del rinnovato Moccagatta, sottoposto a lavori che non ne hanno intaccato le parti originali. Un piccolo stadio di provincia comparato a imponenti impianti sportivi di mezzo mondo. Non certo per dimensioni o capienza ma per lo stile architettonico della sua facciata principale. Nell’elenco stilato dalla rivista on line Archistadia c’è il Moccagatta di Alessandria accanto a colossi come Ibrox Park (la casa dei Glasgow Rangers), il brasiliano Mineirào di Belo Horizonte, il Louis II del Principato di Monaco e persino lo Yankee Stadium, tempio del baseball a New York.

Al servizio 

La ripartizione in categorie è stata piuttosto semplice. “Quello scozzese di Ibrox è per noi il miglior esempio di struttura del tardo Vittoriano – sottolinea alla Stampa Cunazza -. A Montecarlo, invece, il Louis II è un fantastico complesso urbano, in pieno centro città e al servizio della collettività, perché ospita palestre indoor fruibili ogni giorno da tutta la popolazione”. Il Comunale Moccagatta è “il simbolo del Neoclassicisimo, ha uno stile lineare e chiaro”. La facciata all’ingresso della gradinata Sud è spettacolare, con il “timpano” incastonato che richiama un tempio ellenico. Proprio questo elemento è stato determinante nella scelta di Archistadia che aveva preso in considerazione, fra gli altri, anche l’Olympiastadion di Berlino, il Piola di Vercelli e tutta quella cerchia di impianti sportivi costruiti durante i regimi dittatoriali. “Al Piola mancava qualche dettaglio che il Moccagatta ha invece in bella evidenza – commenta alla Stampa  Cunazza -. E, nel duello con Berlino, abbiamo fatto prevalere l’impronta locale. Le peculiarità di Alessandria sono tante, è bella la sua immagine subito riconoscibile. In più, ci piaceva l’idea di premiare il contrasto tra la facciata maestosa e il contesto, cioè uno stadio piccolo, a misura della città in cui sorge”. Del tutto casuale, invece, il fatto che il Mocca sia stato eretto prima degli altri esaminati, cioè nel 1929, mentre lo stadio di Vercelli è datato 1932 e quello di Berlino risale al 1936.