Tratta, la schiavitù più estesa del Ventunesimo secolo

All'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, il convegno "Le nuove schiavitù", voluto dall'inviato speciale per la libertà religiosa, Davide Dionisi, e partecipato da don Aldo Buonaiuto e Antonio Tajani

Convegno tratta
Foto © InTerris

È una sala gremita, quella dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, che accoglie il convegno “Le nuove schiavitù”. Ma è il tema a richiederlo. La tratta di persone, condizione di schiavitù nei nostri tempi come in quelli di ieri, tanto invisibile nei suoi retaggi quanto diffusa ed evidente nei suoi effetti. Al prezzo della mercificazione di esseri umani, donne in primis, il cui corpo diviene oggetto di mercimonio da parte dei cosiddetti “clienti”. Un convegno, quello del 14 marzo, voluto da Davide Dionisi, giornalista e inviato speciale per la libertà religiosa, nonché moderatore di un incontro che ha visto la partecipazione di numerose personalità del mondo politico ed ecclesiale, tutte impegnate in prima persona – e in prima linea – nel contrasto alla tratta. Tra questi, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e don Aldo Buonaiuto, sacerdote anti-tratta della Comunità Papa Giovanni XXIII.

La schiavitù più estesa

È necessario agire per fermare il fenomeno. Ma anche parlarne, per mantenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica, nazionale e internazionale. “Perché il traffico di esseri umani – come spiegato a Interris.it da Davide Dionisi – è la schiavitù più estesa in questo ventunesimo secolo. Papa Francesco è più volte intervenuto su quella che lui stesso ha definito “un ferita nel corpo dell’umanità intera” e l’esistenza nei codici penali internazionali di articoli che prevedono o puniscono la tratta ed il commercio di persone non è, come si potrebbe pensare, un retaggio di remote imprese colonialistiche”. E proprio il Santo Padre, in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, “incoraggia ad agire con responsabilità e determinazione per contrastare questo drammatico fenomeno globale che colpisce particolarmente donne e bambini vittime di conflitti, migrazioni e abusi di ogni genere”.

Il contrasto alla tratta

Perché sono i contesti, sociali e antropologici, che possono favorire la riduzione in schiavitù di esseri umani. E chi mercifica agisce sfruttando tali zone d’ombra, sfruttando il dolore e la disperazione delle vittime: “Ci troviamo di fronte – ha detto ancora Dionisi – a delle reti criminali complesse. La tratta di persone è un’attività altamente redditizia e i trafficanti sono bene organizzati e ben strutturati con infiltrazioni legate a processi di corruzione abbastanza importanti per cui oltretutto c’è la grande difficoltà di portare avanti le indagini”.

Don Buonaiuto: “Il 37% delle vittime è minorenne”

Lo ha ricordato, nel suo intervento, anche don Aldo Buonaiuto: “Sono fenomeni presenti, che fomentano 25 milioni di vittime nel mondo. Tra le piaghe, anche quella della prostituzione coatta… Il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, il Servo di Dio don Oreste Benzi, è stato il primo, in Italia, a denunciare l’orrore della prostituzione schiavizzata, accogliendo migliaia di donne presso le case-rifugio della Comunità. E anche promuovendo un impegno per rimuovere le cause alla base delle ingiustizie”. Senza dimenticare che il 37% delle vittime è minorenne. Il che rende il ruolo del “cliente” ancora più detestabile: “Bisogna colpire la domanda – ha auspicato don Buonaiuto – come avviene nei Paesi nordici. Nonostante una realtà sociale in cui le vittime sono tali anche per l’indifferenza che subiscono”.

Un ringraziamento speciale

Un altro punto focale. L’intento del convegno, come spiegato ancora a Interris.it da Davide Dionisi, è infatti quello di “accendere i riflettori su una questione che troppe volte passa in secondo piano. E che, invece, è drammaticamente attuale. Vorrei ricordare, peraltro, che la tratta coinvolge paesi emergenti o comunque le aree del mondo più povere, ma dal fenomeno non vengono esclusi le nazioni più ricche“. Da qui, la necessità di un’azione coordinata dei Paesi, che poggi, oltre che sulla buona volontà di singoli e comunità, su iniziative volte alla risoluzione dei contesti di crisi che favoriscono lo sfruttamento della tratta. A questo proposito, don Aldo Buonaiuto ha tenuto a porgere i propri ringraziamenti alle Forze dell’Ordine e al ministro degli Esteri. Anche per “la sua visita del dicembre scorso alla Comunità e l’aiuto che ha prestato alla figlia di una vittima della tratta”.

La testimonianza di Tajani

Lo stesso Tajani ha ricordato come quel momento sia stato tra i più commoventi del suo mandato alla Farnesina. “Questa conoscenza un po’ più approfondita con queste ragazze, mi ha portato a fare la cosa che più di ogni altro mi ha dato soddisfazione. Mentre ero in visita da don Aldo, mi è capitato qualcosa di mai sperimentato in vita mia. Mnetre parlavamo con queste persone, una donna nigeriana si è messa in ginocchio di fronte a me, chiedendomi di aiutarla a ritrovare sua figlia, che non vedeva da anni. Grazie al lavoro dei nostri diplomatici, siamo riusciti a rintracciare quella bambina, a riportarla in Italia e a riconsegnarla alla madre. E ho avuto il privilegio di poterla tenere a Battesimo. È qualcosa che ti gratifica più di ogni altra cosa. Non porta voti, ma hai regalato un sorriso a una donna che piangeva. Credo sia merito di don Aldo, che mi ha ‘trascinato’ a visitare la sua casa. Veramente fa del bene a tante persone disperate, riuscendo a mostrare quanto importante sia lavorare per il bene”.