Exclusion: la strategia più infima del bullismo

Il ruolo dell’exclusion non deve esser sottovalutato, merita la giusta rilevanza mediatica: può avere conseguenze irreparabili

L’“exclusion” è una forma subdola, attuale e diffusa di bullismo e cyberbullismo, in cui non sono presenti una violenza fisica o un’offesa verbale; l’obiettivo è, infatti, quello di escludere una persona dal gruppo, nell’impedirgli di partecipare a un evento o una festa. Poco trattata dai media, produce, invece, delle conseguenze devastanti: nel mondo dei giovanissimi, così fondato da legami “social” e “telematici”; essere esclusi da una festa, da un gruppo, una chat o un gioco on line, rappresenta la fine della socialità.

Il termine che usano i giovani è il tanto famigerato “bannato” (dall’inglese “ban”, ossia “bandire”): la bolla dell’emarginazione, dell’esclusione sociale, la cacciata, l’esilio, il confino, l’essere fuori da una comunità. L’exclusion può avere degli effetti negativi anche a livello di depressione e di autostima, per un soggetto che si rende conto di essere escluso e crede di non essere al pari degli altri. Reticenze a far entrare un nuovo soggetto in un gruppo sono sempre esistite, in questo caso, invece, non è solo impedito l’accesso bensì è evitata la permanenza, sino a spingere all’isolamento e alla solitudine.

Papa Francesco all’Onu, nel 2015, affermò “L’esclusione economica e sociale è una negazione totale della fraternità umana e un grandissimo attentato ai diritti umani e all’ambiente”.

“Ero un bullo” (sottotitolo “La vera storia di Daniel Zaccaro”), pubblicato da “De Agostini” l’11 gennaio scorso, è il titolo del volume realizzato da Andrea Franzoso. L’autore, ex Ufficiale dei Carabinieri, racconta una storia vera, di un ragazzo che precipita in una situazione deviante, di violenza e bullismo, sino a finire in carcere. Qui troverà, tuttavia, la figura di don Claudio che lo salverà e gli permetterà di rinascere, comprendendo i valori della vita.

Alcuni dati del bullismo si possono leggere al link https://bullyingsinfronteras.blogspot.com/2022/03/statistiche-sul-bullying-in-italia.html “Secondo lo studio della ONG internazionale Bullismo senza frontiere per America, Europa, Asia, Oceania e Africa; condotti tra gennaio 2021 e febbraio 2022, continuano ad aumentare i casi di bullismo in Italia, dove 7 bambini su 10 subiscono ogni giorno una qualche forma di bullismo e cyberbullismo. La prima statistica mondiale dei casi di bullismo, sviluppata in collaborazione dai 50.000 collaboratori dell’ONG internazionale Bullismo senza frontiere, colloca l’Italia tra uno dei Paesi con il maggior numero di casi di bullismo al mondo, con un totale di 19.800 casi. Il lavoro sviluppato in ITALIA corrispondente al 2021/2022 viene elaborato con la stessa metodologia in tutto il mondo […] Il cyberbullismo cresce su Facebook, Instagram, WhatsApp e Twitter: Insieme alla crescita sostenuta del bullismo, sempre più casi di molestie e abusi vengono segnalati sui social network di Facebook e Twitter. Ci sono legioni di troll pagati e troll che attaccano solo per puro male e che non discriminano tra minori e insultando, minacciando e incitando al suicidio i giovani, portando offese a livelli insostenibili, 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Questi veri assassini senza volto sono responsabili di oltre 200.000 morti l’anno, tra bambini e adolescenti in tutto il mondo […] in Italia, la bellezza può essere il punto di partenza per ogni tipo di attacco, che in alcuni casi può arrivare al peggio degli esiti”. La stessa fonte analizza le diverse percentuali di bullismo per ogni regione italiana: si va dallo 0% per Basilicata, Molise, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, sino al 10% di Campania, Sicilia e Veneto, al 12% del Lazio e al 18% della Lombardia.

La piaga è ancora più diffusa: molti casi non sono denunciati, appartengono al cosiddetto “oscuro”. I bambini e i ragazzi, comunque, non sono lasciati soli, è possibile contattare le agenzie deputate allo scopo, tra cui il noto “Telefono azzurro”. Gli esperti del settore individuano, nella mancanza di punti di riferimento e nella minor capacità e accettazione del “diventar grandi”, i punti deboli della nuove generazioni, in più calpestate e disorientate da una pandemia inibente in tutto.

Occorre sottolineare un aspetto spesso dimenticato o approfondito parzialmente. Il bullismo, infatti, in tutte le sue sfaccettature, si manifesta in diversi luoghi e non luoghi (come il virtuale, il web). Spesso, si tende a identificare il problema con la scuola che, di certo, è il luogo più vissuto, oltretutto da un gran numero di studenti. Le vessazioni, le offese e le esclusioni, tuttavia, si verificano anche in altri contesti: appena fuori dalle mura scolastiche, nei circoli sportivi (fomentati dall’aspetto competitivo), per strada, nelle comunità (nei decenni scorsi imperversava un flagello simile, il “nonnismo”). Una forma, sostanzialmente ignorata, è quella che si può verificare addirittura nella famiglia, dove l’aspetto diffamante ed emarginante è confuso con lo sfottò tipico della confidenza fra fratelli.

Il ruolo dell’exclusion non deve esser sottovalutato, merita la giusta rilevanza mediatica. A latere del bullismo e del cyberbullismo, per il peso che ha nel contesto sociale e in quello virtuale (sempre più esteso e profondo), può avere conseguenze irreparabili e avviare il soggetto a scelte devianti, pericolose per sé e per la società.

I giovani sono particolarmente attenti al numero delle visualizzazioni dei loro post e alla “quota” dei loro contatti: un atteggiamento di exclusion nei loro confronti è temuto anche per questo rischio di perdere popolarità. Il bullo, in tal caso, è talmente subdolo che sa dove andare a toccare le corde più sensibili della vittima.

La strategia di questo bullo è infinita: tende a evitare denunce per molestie fisiche, evita di lasciare tracce scritte ma emargina la vittima dal sociale e dal social, ferendola gravemente. In questo piano, è importante l’opera degli altri coetanei, senza complicità e in grado di riammettere nei gruppi e nei giochi il malcapitato amico.

Si tratta di una nuova forma di esclusione che induce alla solitudine, fenomeno già così diffuso e devastante nella società; in tal caso, opera sin dai primi anni di vita, rischiando di segnare, per sempre, la vittima che potrebbe convincersi dell’impossibilità della vita comune e della solidarietà, avviandosi verso strade errate e arricchendo le schiere dei soggetti già coinvolti. La pericolosità dell’exclusion è di una portata enorme, ancora non del tutto compresa e valutata.