Siria, i capi delle Chiese cristiane pregano insieme per la pace

Ad Aleppo, città siriana martoriata da anni di guerra interna e internazionale, il Patriarca Mar Ignatios Aphrem II Primate della Chiesa siro-ortodossa, ha presieduto la preghiera per la pace in Siria ospitata presso la cattedrale siro-ortodossa dedicata a Sant’Efrem.

All’iniziativa di preghiera comune, hanno preso parte – oltre a vescovi e sacerdoti della Chiesa siro-ortodossa – anche il Vescovo maronita Joseph Tobji, il vescovo caldeo Antoine Audo e il Reverendo Ibrahim Nseir, della Chiesa evangelica araba. I Patriarca, i vescovi e tutti i presenti hanno pregato insieme per la pace nel Paese e per la cessazione delle violenza; inoltre, durante la preghiera svolta in occasione della giornata mondiale per la Pace, i leader religiosi hanno chiesto anche il ritorno alle proprie case dei due Metropoliti di Aleppo scomparsi dall’aprile 2013, il greco ortodosso Boulos Yazigi e il siro ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim.

 

La Chiesa greco-ortodossa è la comunità cristiana più folta e più araba del paese. Nonostante l’appoggio al presidente siriano, i due vescovi, in viaggio insieme, sono stati rapiti e di loro non si hanno notizie da tre anni. Mar Gregorios, come tutti i vescovi siriani e libanesi, considerava il governo di Assad una garanzia per i cristiani. Il giorno del suo rapimento, sembra che il vescovo fosse uscito da Aleppo per negoziare la salvezza di due preti scomparsi nel febbraio precedente, Michel Kayyal (armeno cattolico) e Maher Mahfouz (greco ortodosso). Nessuno apparteneva alla sua Chiesa, ma Gregorios si era comunque speso per loro perchè credeva nella pace e nel dialogo.

Due mesi dopo veniva rapito, scomparendo nel nulla, anche il sacerdote cattolico italiano padre Paolo Dall’Oglio. Il gesuita, diversamente dagli altri religiosi, era apertamente schierato contro il regime di Bashar Hafiz Assad. È scomparso a Raqqa il 29 luglio 2013 – città attualmente considerata il quartier generale e la capitale del sedicente Stato Islamico che ne ha preso il completo controllo nel gennaio 2014 – mentre cercava di metter pace tra curdi e jiahdisti; probabilmente fu rapito da un gruppo di estremisti islamici vicino ad al Qaida.