Il Papa: “Non emarginiamo gli anziani: Dio ci invita a crescere insieme”

Nella Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, il Santo Padre usa le immagini di tre parabole affinché siano sconfitti individualismi ed egoismi

Papa Francesco
Foto © VaticanMedia

Storie semplici, per arrivare più facilmente al cuore di chi le ascolta e rilasciare un messaggio profondo. Caratteristiche che Gesù convoglia nelle sue parabole, narrante con un linguaggio che parla attraverso le proprie immagini e che, a volte, può ricordare quello utilizzato dai nonni con i propri nipoti. Papa Francesco, nell’omelia della Santa Messa nella Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, utilizza un paragone altrettanto semplice per consegnare un’immagine tanto comune quanto fondamentale per la nostra vita e il nostro futuro. E, nel far questo, attraversa tre parabole, tre racconti accomunati dal loro messaggio: il crescere insieme.

Come fanno il grano e la zizzania, la cui crescita simultanea “ci aiuta a fare una lettura realistica: nella storia umana, come nella vita di ognuno, c’è una compresenza di luci e ombre, di amore ed egoismo. Anzi, il bene e il male sono intrecciati al punto da sembrare inseparabili”. È il cristiano stesso a essere realista: “Sa che nel mondo ci sono grano e zizzania, e si guarda dentro riconoscendo che il male non viene solo ‘da fuori’… Si accorge che il male viene da dentro, nella lotta interiore che tutti noi abbiamo”.

Il grano e la zizzania

Osservare il mondo ci consente di notare come, in alcune circostanze, grano e zizzania possano mettere radici sullo stesso terreno e, allo stesso modo, tirar su il proprio differente frutto. Come i servi della parabola, l’impulsività ci suggerirebbe di strappar via le erbacce, di raggiungere la purezza attraverso un gesto impaziente, che potrebbe strappar via anche la pianta buona. Gesù, invece, suggerisce un’altra via: “C’invita ad avere pazienza verso gli altri, ad accogliere – in famiglia, nella Chiesa e nella società – fragilità, ritardi e limiti: non per abituarci ad essi con rassegnazione o per giustificarli, ma per imparare a intervenire con rispetto, portando avanti con mitezza e pazienza la cura del buon grano”.

Gli anziani: memoria e speranza

Gli anziani e i nonni sono innanzitutto memoria. E loro stessi possono voltarsi indietro per osservare il proprio percorso, fatto di successi e di errori: “Oggi però il Signore ci raggiunge con una parola dolce, che invita ad accogliere con serenità e pazienza il mistero della vita, a lasciare a Lui il giudizio, a non vivere di rimpianti e di rimorsi… La vecchiaia è un tempo benedetto anche per questo: è la stagione per riconciliarsi, per guardare con tenerezza alla luce che è avanzata nonostante le ombre, nella fiduciosa speranza che il grano buono seminato da Dio prevarrà sulla zizzania con cui il diavolo ha voluto infestarci il cuore”.

Crescere insieme

Il Santo Padre consegna altre due immagini: quella del granello di senape che, crescendo, diventa un albero. E quella del lievito che, assieme alla farina, crea cibo fondamentale per il nostro sostegno. Da un lato il percorso della crescita, dalla piccolezza all’età adulta e, quindi, all’anzianità, pronti ad accogliere “i nidi” altrui: “Si tratta di crescere insieme: l’albero verdeggiante e i piccoli che hanno bisogno del nido, i nonni con i figli e i nipoti, gli anziani con i più giovani… In questo scambio fecondo impariamo la bellezza della vita, realizziamo una società fraterna, e nella Chiesa permettiamo l’incontro e il dialogo fra la tradizione e le novità dello Spirito”.

E, in secondo luogo, la sconfitta degli individualismi e degli egoismi: “Oggi la Parola di Dio è un richiamo a vigilare perché nelle nostre vite e nelle nostre famiglie non emarginiamo i più anziani. Stiamo attenti che le nostre città affollate non diventino dei ‘concentrati di solitudine’… Per favore, mescoliamoci, cresciamo insieme“.