Ischia, il Papa all’Angelus: “Prego per le vittime e per chi soffre”

Papa Francesco prega per i cittadini di Casamicciola e ricorda: "Il Signore è presente nei momenti più comuni della nostra vita"

Papa Angelus Ischia
Foto © Vatican Media

“Sono vicino alla popolazione dell’Isola d’Ischia, colpita da un’alluvione. Prego per le vittime, per quanti soffrono e per tutti coloro che sono intervenuti in soccorso”. Papa Francesco manifesta vicinanza alle famiglie di Casamicciola, costrette ad affrontare una nuova calamità che ha distrutto case e vite nel giro di pochi secondi. Il Pontefice, al termine dell’Angelus, ha assicurato la propria preghiera per quanti soffrono e anche per coloro che stanno mettendo tutto il loro impegno nella ricerca dei dispersi. Il Papa ha inoltre riferito di seguire “con preoccupazione l’aumento della violenza e degli scontri che da mesi avvengono nello Stato di Palestina e in quello di Israele”. Con l’invito affinché “le autorità israeliane e palestinesi abbiano maggiormente a cuore la ricerca del dialogo, costruendo la fiducia reciproca, senza la quale non ci sarà mai una soluzione di pace in Terra Santa”.

L’Angelus del Papa

Un Angelus nel quale il Santo Padre ha invitato a riflettere sulla promessa che, nel Vangelo, introduce all’Avvento: “Il Signore vostro verrà”. Parole che, ricorda, sono “il fondamento della nostra speranza, è ciò che ci sostiene anche nei momenti più difficili e dolorosi della nostra vita: Dio viene, Dio è vicino e viene”. Occorre quindi prepararsi non solo ad accoglierlo ma anche a riconoscerlo: “Dio è nascosto nella nostra vita, sempre c’è, è nascosto nelle situazioni più comuni e ordinarie della nostra vita. Non viene in eventi straordinari, ma nelle cose di ogni giorno, si manifesta nelle cose di ogni giorno”. Per riconoscere e accogliere il Signore, ricorda Papa Francesco, “dobbiamo essere svegli, attenti, vigilanti. Gesù ci avverte: c’è il pericolo di non accorgerci della sua venuta ed essere impreparati alla sua visita”.

Attendere vigili

Il Tempo di Avvento ci consente di lasciarsi “scuotere dal torpore e svegliamoci dal sonno! Proviamo a chiederci: sono consapevole di ciò che vivo, sono attento, sono sveglio? Cerco di riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni quotidiane, oppure sono distratto e un po’ travolto dalle cose?”. Accorgersi della venuta del Signore richiede vigilanza. Farsi cogliere impreparati significherebbe correre lo stesso rischio “anche quando verrà alla fine dei tempi”.