Papa: “La fonte della pace nel mondo e nella Chiesa è l’umiltà di Maria”

"Nel cuore umano sorgono deliri di onnipotenza, tanto pericolosi! Per liberarci dal demone della superbia basterebbe contemplare un cielo stellato per ritrovare la giusta misura": così Papa Francesco in udienza generale alla presenza dei vescovi della CEI

Piazza San Pietro. Foto: UFFICIO IMAGOECONOMICA

Anche all’udienza generale di oggi Papa Francesco ha fatto il suo ingresso in piazza San Pietro ospitando a bordo della jeep bianca quattro bambini. Molto nutrita la folla di fedeli che si è radunata per l’appuntamento del mercoledì, tra cui anche i vescovi che partecipano all’Assemblea generale, che si chiude domani in Vaticano. Il tema scelto per la catechesi odierna – che chiude il ciclo sulle virtù – è l’umiltà.

Papa: “Nel cuore umano sorgono deliri di onnipotenza pericolosi”

“Nel cuore umano sorgono spesso deliri di onnipotenza, tanto pericolosi! E questo ci fa tanto male”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, l’ultima del ciclo sulle virtù, dedicata all’umiltà, “una virtù che non fa parte del settenario di quelle cardinali e teologali, ma che è alla base della vita cristiana”. L’umiltà, ha spiegato Francesco, “è la grande antagonista del più mortale tra i vizi, vale a dire la superbia”: “Mentre l’orgoglio e la superbia gonfiano il cuore umano, facendoci apparire più di quello che siamo, l’umiltà riporta tutto nella giusta dimensione: siamo creature meravigliose ma limitate, con pregi e difetti”.

“Contemplare un cielo stellato per ritrovare la giusta misura”

“La Bibbia fin dall’inizio ci ricorda che siamo polvere e in polvere ritorneremo”, ha ricordato il Papa: “Umile infatti deriva da humus, terra. Eppure nel cuore umano sorgono spesso deliri di onnipotenza, tanto pericolosi! E questo ci fa tanto male”.

“Per liberarci dal demone della superbia basterebbe molto poco, basterebbe contemplare un cielo stellato per ritrovare la giusta misura”, la proposta di Francesco: “La scienza moderna ci permette di estendere l’orizzonte molto molto di più, e di sentire ancora maggiormente il mistero che ci circonda e che ci abita. Beate le persone che custodiscono in cuore questa percezione della propria piccolezza: sono preservate da un vizio brutto, l’arroganza”.

“L’umiltà è la posta di ingresso di tutte le virtù”

“L’umiltà è la porta d’ingresso di tutte le virtù”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata a questa virtù. “La misericordia, la purezza di cuore nascono da quel senso interiore di piccolezza”, ha spiegato Francesco, ricordando che “nelle prime pagine dei Vangeli, l’umiltà e la povertà di spirito paiono essere la fonte di tutto”.

“L’annuncio dell’angelo non avviene alle porte di Gerusalemme, ma in uno sperduto paesino di Galilea, talmente insignificante che la gente diceva: ‘Da Nazaret può venire qualcosa di buono?’”, ha sottolineato il Papa, “ma è proprio da lì che il mondo rinasce”. “L’eroina prescelta non è una reginetta cresciuta nella bambagia, ma una ragazza sconosciuta: Maria”, ha proseguito: “La prima ad essere stupita è lei stessa, quando l’angelo le porta l’annuncio di Dio. E nel suo cantico di lode, il Magnificat, risalta proprio questo stupore”.

“Dio è attratto dalla piccolezza di Maria”

“Dio è attratto dalla piccolezza di Maria, che è soprattutto una piccolezza interiore”, ha commentato Francesco. ”E anche è attratto dalla nostra piccolezza, quando noi accettiamo questa piccolezza”, ha aggiunto a braccio: “Da qui in avanti Maria si guarderà bene dal calcare il palcoscenico. La sua prima decisione dopo l’annuncio dell’angelo è andare a servire la cugina”.

“Le persone umili dal loro nascondimento non vogliono uscire mai”, ha detto il Papa ancora a braccio: “Possiamo immaginare che anche lei abbia conosciuto momenti difficili, giorni in cui la sua fede avanzava nell’oscurità. Ma questo non ha mai fatto vacillare la sua umiltà, che in Maria è stata una virtù granitica: l’umiltà è una virtù granitica. Questa piccolezza che ci dà l’umiltà è la sua forza invincibile: è lei che rimane ai piedi della croce, mentre l’illusione di un Messia trionfante va in frantumi”.

“Dove non c’è umiltà c’è guerra, c’è discordia, c’è divisione”

“Dove non c’ umiltà c’è guerra, c’è discordia, c’è divisione”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, al termine della catechesi dell’udienza di oggi, dedicata all’umiltà, a conclusione del ciclo di catechesi sulle virtù. “L’umiltà è tutto”, ha affermato Francesco: “È ciò che ci salva dal Maligno, e dal pericolo di diventare suoi complici. È la fonte della pace nel mondo e nella Chiesa. Dio ce ne ha dato l’esempio in Gesù e in Maria, e l’umiltà è proprio la via, il cammino, la salvezza”.

“Pregare per la pace, in questo tempo di guerra mondiale”

“Preghiamo per la pace. Abbi bisogno di pace. Il mondo è in guerra”. È l’appello, a braccio, del Papa, al termine dell’udienza di oggi, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana. “Non dimentichiamo la martoriata Ucraina, che sta soffrendo tanto”, l’elenco di Francesco: “Non dimentichiamo la Palestina, non dimentichiamo Israele: che si fermi questa guerra! Non dimentichiamo il Myanmar e non dimentichiamo i tanti Paesi in guerra”. “Ci vuole pregare per la pace, in questo tempo di guerra mondiale”, l’invito finale.

“C’è scarsità di vocazioni in Italia, preghiamo per le vocazioni”

“Vedo queste novizie e mi domando: quante sono italiane? Poche!”. Lo ha esclamato, a braccio, il Papa, salutando al termine dell’udienza, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana, le novizie partecipanti al corso promosso dall’Unione superiore maggiori d’Italia (Usmi). “C’è scarsità di vocazioni in Italia”, ha proseguito ancora fuori testo: “pensiamo e preghiamo per le vocazioni, per la vita consacrata”.

Fonte: AgenSIR