“Non lasciamoli soli”

Anche quest’anno la tradizionale 'Collecta pro Terra Sancta' del Venerdì Santo, è per i fedeli un'occasione propizia per essere uno con i nostri fratelli della Terra Santa e del Medio Oriente da dove, purtroppo, il grido di migliaia di persone che sono prive di tutto, talvolta persino della propria dignità di uomini, continua a giungerci, spezzando i nostri cuori, e invitandoci ad abbracciarli con carità cristiana, fonte sicura di speranza”. Lo scrive il prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, card. Leonardo Sandri, nella lettera indirizzata, insieme al segretario mons. Cyril Vasil, ai vescovi di tutto il mondo. La “Colletta per la Terra Santa” nasce dalla volontà dei Papi di mantenere forte il legame tra tutti i cristiani del mondo e i luoghi santi. Tradizionalmente viene raccolta il Venerdì Santo e rappresenta la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai luoghi che videro la vita di Gesù sulla terra. E' anche lo strumento che la Chiesa si è data per mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente. Si tratta dunque di custodire le “pietre della memoria“, come il S. Sepolcro, la Natività e gli altri edifici luoghi di culto della Palestina e non solo, ma anche di tutelare le “pietre vive“, la presenza cristiana in Terra Santa, attraverso tante attività di solidarietà, come ad esempio il mantenimento delle strutture pastorali, educative, assistenziali, sanitarie e sociali. I territori che beneficiano sotto diverse forme di un sostegno proveniente dalla Colletta sono Gerusalemme, Palestina, Israele, Giordania, Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopia, Eritrea, Turchia, Iran e Iraq. Di norma, la Custodia di Terra Santa riceve la parte maggiore della Colletta, mentre ciò che rimane alla Congregazione per le Chiese Orientali serve per la formazione dei candidati al sacerdozio, il sostentamento del clero, l’attività scolastica, la formazione culturale, i sussidi alle diverse circoscrizioni ecclesiastiche in Medio Oriente.

L'appello del cardinale Sandri

Il cardinale Sandri ricorda come “le due Basiliche, quella della Natività a Betlemme, costruita sulla grotta dove è nato Gesù, e la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, costruita sulla tomba di Gesù (…) grazie alla collaborazione e generosità di tantissime persone di buona volontà sono state restaurate l'anno scorso. Edificare la Chiesa di Terra Santa, nei suoi edifici di culto e nelle sue pietre vive, che sono i fedeli cristiani, quindi, è responsabilità di tutte le Chiese particolari della Cristianità, consapevoli che la fede cristiana ha avuto il suo primo centro propulsore nella Chiesa Madre di Gerusalemme. La comunità cattolica di Terra Santa, nei suoi variegati volti, come quella latina della Diocesi Patriarcale di Gerusalemme, della Custodia Francescana e delle altre Circoscrizioni, come quelle orientali – greco-melchita, copta, maronita, sira, caldea, armena – con le famiglie religiose e gli organismi di ogni genere, ha la speciale vocazione di vivere la fede in un contesto multireligioso, politico, sociale e culturale. Nonostante le sfide e insicurezze, le parrocchie proseguono il loro servizio pastorale con attenzione preferenziale per i poveri; le scuole luoghi di incontro tra cristiani e musulmani preparano insieme, lo speriamo contro ogni speranza, un futuro di rispetto e di collaborazione; gli ospedali e gli ambulatori, gli ospizi e i centri di ritrovo continuano ad accogliere sofferenti e bisognosi, profughi e rifugiati, persone di ogni età e religione colpite dall’orrore della guerra“. Il prefetto ricorda poi “le migliaia di famiglie, tra cui bambini e giovani, scappati dalla violenza della guerra in Siria e Iraq, molti dei quali in età scolare, che si appellano alla nostra generosità per riprendere la vita scolastica e così poter sognare un futuro migliore. Un ricordo particolare, in questo momento, va alla piccola comunità cristiana del Medio Oriente che continua a sostenere la fede tra gli sfollati in Iraq e Siria, o tra i rifugiati in Giordania e Libano assistiti dai loro pastori, religiosi e volontari dei vari Paesi. I volti di queste persone ci interrogano sul senso di essere cristiani, le loro vite provate ci ispirano”. “Dimostriamo loro la nostra vicinanza – l'appello del cardinale – concretizzata attraverso la nostra costante preghiera e mediante un aiuto economico, in particolare dopo la liberazione della Piana di Ninive. Molti cristiani iracheni e anche siriani vogliono ritornare alla propria terra dove le loro case sono state distrutte; con scuole, ospedali e chiese devastati. Non lasciamoli soli“. Infine, l'invito “a riprendere i pellegrinaggi in Terra Santa” che “costituiscono un notevole sostegno di sopravvivenza per migliaia di famiglie. In questi giorni di preparazione alla Santa Pasqua – conclude il card. Sandri – vi invito fraternamente ad impegnarvi a vincere l'odio con l'amore, la tristezza con la gioia, pregando e operando, affinché la pace abiti nel cuore di ogni persona, specialmente dei nostri fratelli di Terra Santa e del Medio Oriente”.

Le cifre

Lo scorso anno la colletta ha raccolto 5.531.899,22 di dollari e 1.423.251,78 di euro. Tuttavia, le spese superano di gran lunga le entrate: basti pensare che oltre 3,3 milioni di dollari vengono spesi per la formazione scolastica e universitaria attraverso il Segretariato di Solidarietà, le scuole del Patriarcato di Gerusalemme e la Bethlehem University, frequentata da circa 3300 giovani, in gran parte musulmani. Una voce sostanziosa di questo bilancio è quella riservata alla formazione di sacerdoti e religiosi, anche a Roma: sono oltre 3,7 milioni di euro e 600.000 dollari. 1,6 milioni di dollari sono i sussidi destinati alle chiese locali mentre superano gli 860.000 dollari i sussidi straordinari per i cristiani di Siria e Iraq.