Terrorismo e pirateria: allarme in Nigeria

"Contro i massacri e i rapimenti si dichiari lo stato d’emergenza”: appello di 48 organizzazioni della società civile

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Emergenza Nigeria. Dichiarare lo stato d’emergenza per far fronte alla crescente insicurezza nel Paese. È l’appello lanciato il 29 gennaio da una coalizione di 48 organizzazioni della società civile al presidente della Nigeria, Bola Tinubu. Attraverso Auwal Musa, direttore esecutivo della Civil Society Legislative Advocacy Centre (CISLAC).
Le organizzazioni della società civile in Nigeria sono “profondamente preoccupate”. Per il deterioramento dello stato di sicurezza in Nigeria e nel territorio della capitale federale, Abuja. E, riferisce l’agenzia missionaria vaticana Fides, il governo nigeriano è chiamato ad “adottare misure concrete”. Per porre fine all’insicurezza endemica. Ridurre ulteriori attacchi da parte di bande di rapitori e gruppi terroristici. E “ritrovare le persone scomparse”.

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Secondo Musa negli ultimi quindici anni l’insicurezza in Nigeria è aumentata vertiginosamente a causa di una serie di attività violente. Attacchi terroristici nell’intera regione settentrionale del Paese. Banditismo nel nord-ovest. Violenza tra contadini e pastori nella Middle Belt. Fermenti secessionisti nel sud-est. Pirateria nella costa meridionale del Paese. Attacchi intercomunitari. Violenza politica. Violenza da parte di gruppi religiosi e rapimenti. L’insicurezza endemica è persistita nelle ultime tre amministrazioni. Inclusa quella del presidente Muhammadu Buhari. Che, come ex generale, aveva guadagnato la fiducia del pubblico per candidarsi alla presidenza promettendo di frenare la crescente insicurezza. Musa ha riportato dati estremamente preoccupanti. Affermando che durante il secondo mandato di Buhari, tra il 2019 e il 2023, almeno 24.316 nigeriani hanno perso la vita mentre circa 15.597 persone sono state rapite.