Si è spento a Roma Alekseij Bukalov, unico vaticanista russo che seguì in prima persona i viaggi degli ultimi tre Pontefici. Il giornalista fu a lungo corrispondente a Roma dell'agenzia Itar Tass, voce ufficiale della Russia – e dell'Unione Sovietica quando si chiamava solo Tass – all'estero.
Giornalista e scrittore
Il giornalista aveva 78 anni e viveva a Roma. Nella sua lunga carriera ha potuto raccontare ai lettori russi gli anni di San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Noto anche per la sua passione ed attività letteraria, Bukalov è stato una figura di riferimento nel mondo culturale della comunità russa in Italia. Era un grande esperto del poeta, suo connazionale, Alexander Pushkin. Per il suo impegno in favore della diffusione della cultura del suo Paese nello Stivale fu insignito nel 2017 del premio internazionale Pushkin consegnatogli in Campidoglio dalla sindaca Virginia Raggi su iniziativa dell' Associazione culturale “Amici della Grande Russia”.
I viaggi papali
Nel corso della sua carriera di inviato si distinse per la particolare attenzione riservata all'andamento del dialogo tra Chiesa cattolica e Patriarcato ortodosso di Mosca. Questo era il tema principale delle sue domande rivolte ai Pontefici nel corso dei viaggi. Nella conferenza stampa di ritorno dalla Visita Apostolica in Armenia del 2016, padre Federico Lombardi – all'epoca direttore della Sala Stampa della Santa Sede – lo presentò così a Francesco: “Adesso diamo la parola ad Alexej Bukalov, che è uno dei nostri decani e che – come Lei ben sa – rappresenta Itar-Tass, e quindi la cultura russa fra noi“. Il Papa chiese al giornalista se avesse parlato russo in Armenia. Bukalov, particolarmente emozionato in quella circostanza, si sentì di ringraziare sentitamente il Santo Padre per quella Visita: “Grazie, Santità, grazie per questo viaggio, che è il primo viaggio sul territorio ex-sovietico. Per me era molto importante seguirlo”.
Il ricordo del Pontificato di Benedetto XVI
Da direttore dell'ufficio romano dell'agenzia Itar Tass seguì con stima ed attenzione l'operato del predecessore di Francesco. Bukalov difese pubblicamente Benedetto XVI dalle continue critiche di una parte dei media. Ai giornalisti Rodari e Tornielli, autori del libro “Attacco a Ratzinger”, aveva detto: “C'è un attacco contro la Chiesa, mi sembra oggettivo. Questo Papa è sempre guardato con sospetto e qualsiasi cosa faccia o dica, non va mai bene”. Degli anni al seguito del Papa Emerito rievocava con emozione la visita al campo di Auschwitz-Birkenau e amava ricordare l'arcobaleno comparso in quell'occasione subito dopo il discorso pronunciato da Ratzinger.