Sir: “Patto per le migrazioni e l’asilo”. Appello all’Ue

L'ex presidente del Comitato economico e sociale dell'Unione Europea Luca Jahier richiama l'attenzione sulla "ennesima tragedia del Mediterraneo e sul Sir sollecita una risposta concertata e "umana"

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Alle migrazioni ha dedicato la sua riflessione l’ex presidente del Comitato economico e sociale Ue. Per il Sir, l’agenzia di stampa dei vescovi italiani, Luca Jahier richiama l’attenzione sulla “ennesima tragedia del Mediterraneo. E sollecita i Paesi dell’Unione europea a dare una risposta concertata e “umana”. Anche perché una migrazione legale è possibile. Oltreché urgentemente necessaria all’Italia e all’Europa. “Sul tavolo dei governi langue dal 2020 la proposta della Commissione di un Patto per le migrazioni e l’asilo– sottolinea Jahier-. Intanto le conseguenze della crisi climatica fanno prevedere almeno 200 milioni di profughi nei prossimi anni”.migrazioni

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Aggiunge Luca Jahier: “Per la gestione delle migrazioni. già 30 anni fa, il Cese (Comitato economico e sociale dell’Unione europea) formulò un piano. Redatto da una sindacalista italiana. Venivano messe insieme le esigenze di tutti. Da chi emigra alle legittime attese dei Paesi di origine, transito e destinazione. Nel settembre 2015 c’è stata l’onda della tragedia di Lampedusa. E poi della crisi migratoria del 2015. Il Parlamento europeo adottò una importante risoluzione comune. Tra i firmatari anche l’attuale presidente Roberta Metsola. Si chiedeva una vera riforma del Regolamento di Dublino. E a costruzione di un sostanzioso piano per la gestione legale delle migrazioni”.migrazioni

Appello all’Ue

Prosegue l’ex presidente del Comitato economico e sociale Ue: “Il profondo disaccordo tra gli Stati membri ha continuato a rinviare soluzioni complessive. Preferendo focalizzarsi sulla protezione delle frontiere esterne. Sui respingimenti. Sulle difficoltà crescenti imposte a chi si occupa di ricerca e salvataggio. Sui rimpatri (mai funzionato se non per cifre risibili). Sulle condizionalità crescenti ai Paesi di partenza e di transito. Un approccio che non funziona. La Turchia ha ricevuto dall’Ue oltre 6 miliardi di euro in questi anni per non far partire i migranti. Eppure è stato il punto di partenza del barcone che dopo giorni di navigazione è naufragato a pochi metri dalla costa calabra”.