L’arcivescovo di Bangkok: “Rafforzare il cammino della missione e dell’evangelizzazione”

Il cardinale François-Xavier Kriengsak Kovithavanij, ordinato presbitero nel 1976, 65 anni e arcivescovo di Bangkok, è uno dei nuovi porporati creati da Bergoglio, lo scorso 14 febbraio. Tre nomine hanno dato speranza per il sud est Asiatico: infatti con lui, altri due vescovi asiatici ricevono il berretto rosso: Charles Bo, arcivescovo di Yangon e Pierre Nguyên Van Nhon, presule di Hanoi. “Con la mia nomina a cardinale papa Francesco ha dato un segnale importante nella direzione della decentralizzazione – ha spiegato -. Egli ha confermato il suo invito e il suo proposito di andare nelle periferie del mondo. E poi considera l’Asia un continente in cui la gente è ancora religiosa, in cui vi è una fede profonda”.

E’ inevitabile “il paragone con l’Europa o altri continenti, in cui la fede si sta sgretolando: allora noi sentiamo una grossa responsabilità, di fronte a Dio e alla Chiesa”. Per il nuovo porporato il centro della sua missione deve essere “la nuova evangelizzazione” in un Paese in cui “i cattolici sono solo lo 0,5%”: alla base ci saranno il Sinodo thai del 2012 e la Evangelii Gaudium di Papa Francesco. “La Chiesa – detto ancora – è presente ogni volta che emerge una situazione di conflitto. L’importanza della preghiera, ciascuno secondo la propria religione e il proprio credo. Questa sola, la preghiera, può essere davvero di aiuto”, soprattutto in zone come questa dove sono continui i conflitti e le tensioni sia nel campo politico che sociale. La Chiesa thailandese è molto impegnata nelle “opere di carità”: la presenza di essa in questo settore, ha commentato, è “molto sentita”, nonostante l’evangelizzazione in senso stretto vada avanti a piccoli passi”.

L’ambasciatore thailandese presso la Santa Sede,Chalermpol Thanchitt, si è detto soddisfatto per la nomina di Kovithavanij: “E’ una cosa bella per tutto il nostro popolo”. Questa non è solo la festa “dei cattolici”, aggiunge, ma è un “motivo di gioia per tutta la nazione e i suoi cittadini”. Il Pontefice con questa scelta ha aconfermato ancora la sua “volontà di decentralizzazione” dando importanza alle periferie del mondo.