INDONESIA: LA FEDE RELIGIOSA NON SARA’ PIU’ SCRITTA SULLA CARTA D’IDENTITA’

Un grande passo avanti in nome della libertà religiosa per gli indonesiani di tutte le fedi: finora era obbligatorio per i cittadini inserire nei documenti e sulla carta d’identità uno delle sei confessioni riconosciute dal governo indipendentemente dalla loro effettiva appartenenza. Il ministro degli Interni Tjahjo Kumolo conferma che “ora sarà possibile dichiarare la vera fede di appartenenza”. Dietro la modifica vi sono ragioni pratiche e amministrative; tuttavia, per attivisti e gruppi pro-diritti umani è un passo in avanti in materia di libertà religiosa. Gli indonesiani alla voce “religione” del documento, potranno lasciare uno spazio in bianco oppure indicare una fede anche al di fuori delle sei riconosciute ufficialmente dallo stato: Islam, Protestantesimo, Cattolicesimo, Induismo, Buddismo e Confucianesimo.

Tjahjo, ha spiegato che uno dei motivi principali per il cambio della regola è avere la precisa informazione dei riti funerari da osservare in caso di morte di una persona. “Non bisogna forzare le persone, ad esempio, a scegliere l’Islam se la loro fede assomiglia insegnamenti islamici ma non è la stessa” – ha detto il ministro, spiegando che  prima di giungere a questa decisione sono stati consultati diversi leader religiosi.

Grande impulso per questa modifica è stato dato da Basuki Tjahaja Purnama, politico cristiano, governatore del distretto della capitale Giacarta che così ha affermato: “Per la crescita futura dell’Indonesia occorre avere il coraggio di modificare una norma ormai desueta”. Inoltre l’obbligo di scelta fra le sei religioni riconosciute ha indotto milioni di cittadini indonesiani a definirsi ufficialmente “musulmani”, mentre, di fatto, seguono e praticano culti tradizionali indigeni. Ora quindi potrebbe ridefinirsi il volto religioso della nazione indonesiana.