Francesco e il patto tra le generazioni

Nel suo messaggio per il lancio del Patto educativo, il Papa tre mesi fa aveva invitato le diverse generazioni a cooperare per far maturare “una nuova solidarietà universale e una società più accogliente”. Per questo scopo il Pontefice ha promosso un evento mondiale nella giornata del 14 maggio 2020, che avrà per tema “Ricostruire il patto educativo globale”. Nelle intenzioni del Pontefice, un incontro per “ravvivare l’impegno per e con le giovani generazioni, rinnovando la passione per un’educazione più aperta ed inclusiva, capace di ascolto paziente, dialogo costruttivo e mutua comprensione: mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna”. Jorge Mario Bergoglio chiede il “coraggio di investire le migliori energie con creatività e responsabilità” e stamattina ha ricevuto in udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, una rappresentanza dell’Azione Cattolica Ragazzi per gli auguri natalizi. “Cari ragazzi e ragazze, è sempre bello accogliervi in occasione del Santo Natale- afferma il Papa-. Vi saluto con affetto e vi chiedo di trasmettere il mio saluto e i miei auguri natalizi a tutti i ragazzi e le ragazze dell’Azione Cattolica che voi rappresentate. Vi dico il mio grazie per la vostra visita, per gli auguri e soprattutto per le preghiere. E li ricambio di cuore con l’auspicio che il Salvatore renda piena la gioia che oggi vedo sui vostri volti”.

Lo stupore dei pastori

Il Papa ha apprezzato “la proposta associativa che state portando avanti in questo anno che è il 50° dalla fondazione dell’Acr: il vostro programma formativo traccia un cammino che vi aiuta a prendere coscienza della vostra vocazione di discepoli-missionari”. E “sono contento che abbiate vissuto un grande incontro chiamato “Ragazzi in sinodo”. Sarà interessante sapere quello che è venuto fuori da questo incontro, le vostre osservazioni e le vostre proposte. Mi piacerebbe. Vi lascio un compito da fare a casa: nel giorno di Natale raccoglietevi in preghiera e, con lo stesso stupore dei pastori, guardate a Gesù Bambino, il quale è venuto nel mondo per portare l’amore di Dio, che fa nuove tutte le cose. Gesù, con la sua nascita, si è fatto ponte tra Dio e gli uomini, ha riconciliato la terra e il cielo, ha ricomposto nell’unità l’intero genere umano”. E oggi “Lui chiede anche a voi di essere dei piccoli “ponti” là dove vivete: già vi rendete conto che c’è sempre bisogno di costruire ponti, non è vero? Cosa è meglio? Costruire ponti o muri?. E oggi Lui chiede anche a voi di essere dei piccoli ponti, là dove vivete. Già vi rendete conto che sempre è necessario questo. A volte non è facile, ma se siamo uniti a Gesù possiamo farlo”.

Cosa significa il Natale

Il Pontefice chiede a Maria, “la Madre di Gesù e Madre nostra, di accompagnare il vostro cammino”. E, aggiunge, “mi raccomando: imparate da lei che cosa vuol dire: “Natale”. Lei e San Giuseppe ci possono veramente insegnare come si accoglie Gesù, come lo si adora e come lo si segue giorno per giorno. Benedico voi e tutti i ragazzi e le ragazze dell’ACR. E voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie!” In occasione del 70° anniversario di fondazione dell'Associazione nazionale lavoratori anziani, il Papa saluta tutti, ad iniziare dal “vostro presidente, che ringrazio per la sua introduzione” e  “vorrei riprendere soprattutto la sottolineatura che ha fatto sull’anzianità come stagione del dono e anche come stagione del dialogo”. Infatti, puntualizza Jorge Mario Bergoglio, “le persone anziane, sul piano sociale, non vanno considerate come un peso, ma per quello che sono veramente, cioè una risorsa e una ricchezza”. Lo dimostra, secondo Francesco, il loro apporto alle attività di volontariato, occasioni preziose per vivere la dimensione della gratuità. “Gli anziani in buone condizioni di salute possono offrire qualche ora del loro tempo per occuparsi di persone che hanno bisogno, arricchendo così anche sé stessi- evidenzia il Papa-. Il volontariato è un’esperienza che fa bene sia a chi la riceve sia a chi la fa. Infatti, l’impegno a favore degli altri è in grado di contrastare la percezione di solitudine, migliora le prestazioni cognitive e incrementa il benessere mentale”. In altre parole, impegnarsi nel volontariato promuove quello che viene definito “invecchiamento attivo”, contribuendo a “migliorare la qualità della vita una volta che vengano a mancare dimensioni importanti della propria identità, come il ruolo di genitori o quello professionale con il pensionamento”. In questi ultimi anni “abbiamo assistito ad una espansione dell’impegno degli anziani nel volontariato e nell’associazionismo, in quanto terreno ottimale di realizzazione di un’anzianità attiva e protagonista nella costruzione di una comunità solidale”.

Risorse umane

I 70 anni dell'associazione sono “la dimostrazione di come gli anziani sono in grado di auto-organizzarsi e di partecipare“. La sfida maggiore che, per i prossimi anni, si presenterà alla società è “promuovere con efficacia sempre maggiore le risorse umane di cui sono portatori gli anziani all’interno della comunità”. Si tratta di attivare, sul territorio, “reti di solidarietà che abbiano come riferimento gli anziani in quanto soggetti attivi protagonisti e non solo oggetto di interventi di tipo assistenziale”. Sarà dunque importante che “gli anziani vengano considerati portatori non solo di bisogni, ma anche di nuove istanze, o come mi capita spesso di dire – riecheggiando la Bibbia – di “sogni”: sogni però carichi di memoria, non vuoti, vani, come quelli di certe pubblicità; i sogni degli anziani sono impregnati di memoria, e quindi fondamentali per il cammino dei giovani”. La vecchiaia come s”tagione del dialogo”. Il futuro di un popolo “suppone necessariamente un dialogo e un incontro tra anziani e giovani per la costruzione di una società più giusta, più bella, più solidale, più cristiana. I giovani sono la forza del cammino di un popolo e gli anziani rinvigoriscono questa forza con la memoria e la saggezza”.

Tempo di grazia e occasione di dialogo

La vecchiaia è “un tempo di grazia, nel quale il Signore ci rinnova la sua chiamata: ci chiama a preservare e tramandare la fede, ci chiama a pregare, specialmente a intercedere; ci chiama ad essere accanto a quanti sono nel bisogno”. E “gli anziani, i nonni hanno una capacità unica e speciale di cogliere le situazioni più problematiche: quando pregano per queste situazioni, la loro preghiera è forte, è potente!” Ai nonni, che “hanno ricevuto la benedizione di vedere i figli dei figli è affidato un compito grande: trasmettere l’esperienza della vita, la storia di una famiglia, di una comunità, di un popolo“. Inoltre, osserva il Pontefice, “considerando e vivendo la vecchiaia come la stagione del dono e la stagione del dialogo, si contrasterà lo stereotipo tradizionale dell’anziano: malato, invalido, dipendente, isolato, assediato da paure, con una identità debole per la perdita di un ruolo sociale”. In pari tempo, “si eviterà di focalizzare l’attenzione generale prevalentemente sui costi e i rischi, dando più evidenza alle risorse e alle potenzialità degli anziani”.

Per una società diversa 

Purtroppo, “tante volte si scartano i giovani, perché non hanno lavoro, e si scartano gli anziani con la pretesa di mantenere un sistema economico “equilibrato, al centro del quale non vi è la persona umana, ma il denaro”. Afferma il Pontefice: “Siamo tutti chiamati a contrastare questa velenosa cultura dello scarto. Siamo chiamati a costruire con tenacia una società diversa, più accogliente, più umana, più inclusiva, che non ha bisogno di scartare chi è debole nel corpo e nella mente, anzi, una società che misura il proprio “passo” proprio su queste persone”. Dunque “cari amici, vi ringrazio per quanto fate nel campo della promozione delle persone anziane. Siate ovunque presenza gioiosa e saggia; c’è bisogno della sapienza e dell’esperienza degli anziani, per costruire un mondo più rispettoso dei diritti di tutti. Continuate con coraggio a portare nei diversi ambienti in cui operate la vostra preziosa testimonianza. Da parte mia, vi accompagno con la preghiera, e invoco su di voi e sui vostri propositi e progetti di bene la benedizione del Signore”.