Ecco come preghiamo quando recitiamo il Credo

Il cardinale Gianfranco Ravasi inquadra la preghiera attraverso la professione di fede composta da padre Giulio Bevilacqua, sacerdote dell'Oratorio di san Filippo Neri a cui Paolo VI conferì la porpora lasciandolo però nella sua parrocchia bresciana

Credo

Nel Credo è riassunto tutto ciò in cui il cristiano crede. Con la professione di fede ogni cristiano, da molti secoli, afferma con certezza la propria fede. Il cardinale Gianfranco Ravasi analizza la preghiera. Attraverso la professione di fede composta da padre Giulio Bevilacqua. Sacerdote dell’Oratorio di san Filippo Neri. A cui Paolo VI conferì la porpora. Lasciandolo però nella sua parrocchia bresciana. Monsignor Ravasi presiede il Pontificio consiglio della cultura. La Pontificia commissione di archeologia sacra. E il Consiglio di coordinamento fra le accademie pontificie.Credo

Recitare il Credo

“Credo in Dio e credo nell’uomo quale immagine di Dio– prega padre Giulio Bevilacqua-. Credo negli uomini. Nel loro pensiero. Nella loro sterminata fatica che ha fatto quello che sono. Nella vita come gioia. E come durata. Non prestito effimero dominato dalla morte. Ma dono definitivo. Nella gioia di ogni stagione. Di ogni tappa. Di ogni aurora. Di ogni tramonto. Di ogni volto. Di ogni raggio di luce che parta dal cervello. Dai sensi. Dal cuore. Nella famiglia del sangue. Nella famiglia scelta per la mia attività e responsabilità. Nella patria che è la famiglia del mondo della tradizione. Della dolce parlata. Della libertà”.Credo

Donarsi

Prosegue la professione di fede di padre Bevilacqua: “Credo nella possibilità di una grande famiglia umana. Quale Cristo la volle. Scambio di tutti i beni dello spirito e delle mani nella pace. Credo nella gioia dell’amicizia. Nella fedeltà. E nella parola degli uomini. Credo in me stesso. Nelle capacità che Dio mi ha conferito. Perché possa sperimentare la più grande fra le gioie. Cioè quella del donare. E del donarsi. In questa fede voglio vivere. Per questa fede voglio lottare. E con questa fede voglio addormentarmi. Nell’attesa del grande gioioso risveglio“. E da duemila anni nella Chiesa Cattolica “Lex orandi, lex credendi”. Ossia “la legge della preghiera è la legge del credere”.