Congo, la sfida di educare i giovani dopo 20 anni di guerra

[cml_media_alt id='7194']mons-ambongo[/cml_media_alt]Educare e accompagnare i giovani, in particolare gli ex-bambini e ragazzi-soldato della repubblica democratica del Congo, esposti alle nuove sette e all’Islam radicale. E’ questa, secondo monsignor Fridolin Ambongo, vescovo di Bokungu-Ikela, la “prima sfida” delle giovani generazioni del Paese africano. “Da dicembre 2013 abbiamo cominciato una campagna per la pace nella regione dei Grandi Laghi – ha spiegato – in cui la Chiesa cattolica di Congo, Rwanda e Burundi si è impegnata al fianco di quella anglicana”.

Il prelato, presidente della commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale del Congo, osserva che dopo venti anni di conflitto, “il governo congolese non è ancora abbastanza forte per dare ai giovani l’opportunità di una formazione degna” dinanzi ad un 40% di ragazzi che non frequenta la scuola.

All’indomani dell’incontro di Papa Francesco con i vescovi congolesi, in visita ad limina a Roma, mons. Ambongo invita l’Occidente a contribuire affinché si dia voce alle preoccupazioni dei cittadini di Stati come Congo e Rwanda, dove l’aspirazione alla democrazia si scontra con i tentativi delle autorità di cambiare la Costituzione “per rimanere al potere”. I governi d’Europa e d’Africa, è l’auspicio del vescovo africano, dovrebbero “dire di no” a questi tentativi.