Israele-Hamas, nuova bozza di accordo: “È la migliore”

Sul tavolo un nuovo potenziale accordo tra le parti in conflitto, tuttavia ancora estremamente distanti tra loro. Intanto, in Israele le famiglie degli ostaggi protestano

Intelligence Israele
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Secondo i media arabi, l’ultima bozza di accordo tra Israele e Hamas è la migliore tra quelle prodotte fin qui. Tuttavia, le parti continuano ad apparire distanti. Il gruppo palestinese chiede la fine totale della guerra, Tel Aviv insiste nel voler raggiungere gli obiettivi di rimozione di Hamas. Israele, però, si ritrova a dover gestire la pressione interna portata dalle famiglie degli ostaggi che, dopo sette mesi, chiedono risposte.

Negoziati, c’è la bozza

La bozza di accordo tra Israele e Hamas per la fine della guerra a Gaza è “la migliore” dall’avvio dei negoziati e la sua “accettazione è imminente”. Lo ha detto un funzionario arabo a Sky news Arabia. Tuttavia la stessa fonte ha espresso timori che “entrambe le parti possano fare una svolta di 180 gradi e tornare al punto di partenza”. E’ previsto che le trattative – dopo la prima tornata di ieri conclusasi con un nulla di fatto – riprenderanno oggi al Cairo. Il punto di dissenso è quello noto: Hamas in cambio degli ostaggi vuole “una esplicita” fine della guerra nella Striscia, mentre Israele è totalmente contrario.

Proteste in Israele

Alla vigilia di Yom ha-Shoah – che da stasera in Israele ricorda l’Olocausto – le famiglie degli ostaggi a Gaza si sono rivolte al premier Benyamin Netanyahu chiedendo che si faccia l’accordo su Gaza. “A poche ore da Yom ha-Shoah, vogliamo ricordare – hanno detto – che avete promesso ogni anno ‘mai più’. E’ vostro dovere ignorare qualsiasi pressione politica e la storia non vi perdonerà se mancherete l’opportunità, poiché il ritorno degli ostaggi è una condizione necessaria per la resurrezione nazionale”.

Trattative in bilico

Le trattative al Cairo per una tregua a Gaza e il rilascio degli ostaggi restano ancora in bilico e nulla è dato per scontato, dopo che Hamas ha gelato i colloqui al termine di una giornata che aveva visto spiragli positivi su una possibile intesa. L’ottimismo filtrato dalla capitale egiziana – con i mediatori che parlavano di “progressi significativi” – si è attenuato in serata, quando un alto funzionario israeliano ha frenato gli entusiasmi accusando il gruppo palestinese di “vanificare gli sforzi” per l’intesa insistendo sulla precondizione di mettere fine alla guerra. Un alto funzionario di Hamas ha infatti sottolineato che il gruppo “non accetterà in nessuna circostanza” una tregua a Gaza che non includa esplicitamente la fine completa dell’offensiva sulla Striscia. E ha accusato il premier israeliano Benyamin Netanyahu di “ostacolare personalmente” gli sforzi per raggiungere un accordo di tregua a causa di “interessi personali”.

Le condizioni di Israele

Da parte sua, lo Stato ebraico – hanno avvertito da Gerusalemme – “non accetterà in nessun caso la fine della guerra come parte di un accordo per il rilascio dei propri ostaggi”. Il nodo resta quindi sempre lo stesso, ma la delegazione di Hamas arrivata al Cairo continua a discutere lo schema generale dell’intesa con i mediatori egiziani e del Qatar. Nelle informazioni contraddittorie sull’andamento dei colloqui, Barak Ravid del sito Axios aveva riferito della possibilità di Hamas di portare a termine la prima fase dell’accordo (il rilascio umanitario di ostaggi) senza un impegno ufficiale da parte di Israele a porre fine alla guerra. Secondo il quotidiano saudita Asharq, in cambio la fazione palestinese avrebbe solide garanzie dagli Stati Uniti sul cessate il fuoco, il completo ritiro dell’Idf dalla Striscia dopo le prime due fasi dell’intesa e la promessa che l’esercito israeliano non continuerà i combattimenti dopo il definitivo rilascio dei circa 130 ostaggi ancora a Gaza.

Fonte: Ansa