“Io e Tech”: il virus della rivoluzione tecnologica

L'emergenza sanitaria cambia il rapporto quotidiano con l'innovazione scientifica: "Va' dove ti porta Youtube". L'analisi del professor Massimiano Bucchi, ordinario di Scienza e società all'Università di Trento

Per migliorare il nostro rapporto con la tecnologia al tempo della pandemia, bastano piccoli esercizi come la “gara di resistenza alle notifiche”, “Va’ dove ti porta YouTube’ sono pensati per mettere a fuoco concretamente e in modo critico la rivoluzione hi-tech in atto.  “Una risposta ‘proibizionista‘ alle domande  sul nostro rapporto con la tecnologia, oltre ad essere insensata e impraticabile, non ha nessuna possibilità di essere accolta, soprattutto dalle nuove generazioni”, spiega il professor Massimiano Bucchi ordinario di Sociologia della Scienza e di Comunicazione, Scienza e Tecnica all’Università degli Studi di Trento ed è stato visiting professor in Asia, Europa, Nord America e Oceania. Dal 2018 è anche direttore del Master in Communication of Science and Innovation

Gestione

“Penso che questa emergenza sia stata una grande occasione per riflettere sul nostro rapporto con la tecnologia. E non solo sull’importanza che la tecnologia può avere per gestire alcune attività”, evidenzia all’Adnkronos Massimiano Bucchi, esperto e docente di Scienza, tecnologia e società all’Università di Trento e autore del libro ‘Io e Tech, piccoli esercizi di tecnologia‘ (Passaggi Bompiani). “Una delle lezioni che abbiamo appreso è che i social e altre forme di comunicazione online non sostituiscono, ma interagiscono e si alimentano vicendevolmente con le attività- aggiunge il professor Bucchi- Così, ad esempio, stare su Facebook sapendo di non poter partecipare a eventi o incontrare i propri contatti è un’esperienza diversa (e spesso percepita come meno gratificante) da quella a cui eravamo abituati prima della pandemia; così come lo è fare riunioni o lezioni online senza la prospettiva di incontrare fisicamente colleghi, docenti o studenti“.

Nuova quotidianità

“Saper usare la tecnologia è importante, ma ancora più importante è capirla- osserva Bucchi-. Purtroppo, nonostante la tecnologia sia una presenza costante nella nostra vita quotidiana, nessuno ci insegna a comprenderla. A scuola non se ne parla quasi mai. Nei media se ne parla perlopiù per esaltarla, o per demonizzarla. Ma il punto non è né accantonare o rifuggire le tecnologie né sottovalutare l’impatto che hanno su di noi, ma riconoscerne tanto i benefici quanto le controindicazioni-.A dispetto di un diffuso luogo comune la tecnologia non è mai neutrale, ma dà e toglie allo stesso tempo. Da un lato crea, dall’altro distrugge. Non c’è rosa tecnologica senza spine. Prenderne coscienza è un primo passo, e nemmeno troppo piccolo”.