Dalla Ue 25 milioni di euro per la crisi migratoria tra Bielorussia e Polonia

L'Unione europea ha varato un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti della Belorussia guidata da Aleksandr Lukashenko

Parlamento europeo e Consiglio Ue hanno dato il via libera al bilancio comune per il 2022. Approvata – tra le altre – anche l’attesa proposta avanzata nei giorni scorsi dalla Commissione europea di aumentare il Fondo per la gestione integrata delle frontiere (IBMF) e destinare 25 milioni di euro alla crisi migratoria ai confini tra la Bielorussia e la Polonia per sostenere gli Stati membri. In totale, sono circa 3-4 mila le persone che si trovano in Bielorussia, nelle immediate vicinanze della frontiera con la Polonia, al freddo e al gelo da settimane.

Il muro della Polonia

E’ di ieri l’annuncio che, a partire da dicembre, la Polonia inizierà a erigere un muro alla frontiera con la Bielorussia in risposta alla crisi dei migranti al confine tra i due Paesi che si trascina da settimane. “E’ un investimento assolutamente strategico e prioritario per la sicurezza della nazione e dei suoi cittadini”, ha commentato il ministro dell’Interno polacco Mariusz Kaminski.

Nuove sanzioni alla Bielorussia

Intanto, l’Unione europea ha varato un nuovo pacchetto di sanzioni nei confronti del Paese guidato da Aleksandr Lukashenko.

Attualmente le sanzioni colpiscono una quindicina di società legate a Lukashenko e un centinaio di persone. Il nuovo pacchetto di misure europee entrerà in vigore a giorni e dovrebbe riguardare, tra le altre, le compagnie aeree nazionali.

L’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera Josep Borrell ha detto che “è evidente che Lukashenko fa quello che fa perché conta sul forte sostegno della Russia“. E, sempre ieri, che “non si possono usare i migranti come armi”.

“I ministri degli esteri dell’UE-FAC hanno convenuto di adottare il quinto pacchetto di sanzioni e di ampliare la portata del regime sanzionatorio verso la Bielorussia – scrive Borrell in un tweet -. Ciò ci consentirà di prendere di mira i responsabili dello sfruttamento dei migranti vulnerabili e dell’agevolazione degli attraversamenti illegali delle frontiere nell’UE”.

Lukashenko: “I migranti non vogliono tornare in patria”

Da pare sua, il presidente Alexander Lukashenko continua a ribattere le accuse di avere innescato la crisi migratoria al confine con la Polonia. La Bielorussia è pronta a rimandare i migranti in patria, ma loro non vogliono tornare”. Il presidente bielorusso si è detto anche pronto a trasportare i migranti bloccati al confine con la Polonia a Monaco, in Germania, con i jet della compagnia di bandiera Belavia.