Cartabia firma la richiesta di estradizione dal Pakistan dei genitori di Saman

Ieri a Parigi è stato arrestato Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas: è ritenuto dagli investigatori l’esecutore materiale del delitto

I genitori di Saman all'aeroporto in partenza per il Pakistan

La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ricevuta dagli uffici la traduzione di tutti gli atti della pratica, ha firmato e trasmesso al Pakistan le due domande di estradizione per i genitori di Saman Abbas, indagati per l’omicidio della figlia e ricercati da Interpol a livello internazionale.

La 18enne, secondo quanto emerso, sarebbe stata uccisa da alcuni familiari la notte tra il 30 aprile e il 1 maggio scorsi dopo aver rifiutato di sottostare ad un matrimonio combinato dalla sua famiglia con un parente molto più grande di lei in Pakistan. Il corpo non è ancora stato ritrovato, ma le ricerche non si sono mai fermate.

L’arresto dello zio di Saman

Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas, è stato arrestato ieri – 22 settembre – in un quartiere della periferia di Parigi in esecuzione di un mandato di arresto europeo dopo un’operazione di polizia congiunta avvenuta tra la polizia francese e i Carabinieri afferenti al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Emilia.

L’arrestato è ritenuto dagli investigatori l’esecutore materiale del delitto con l’autorizzazione dei genitori della vittima e la complicità dei cugini della ragazza. In particolare – dalle risultanze investigative – è emerso che lo stesso avrebbe occultato in concorso il cadavere della vittima presumibilmente nelle serre dell’azienda dove lavorava il padre di Saman.

L’attività investigativa è stata svolta mediante un monitoraggio di profili social attraverso utenze a lui non riconducibili. In particolare, al momento dell’arresto – avvenuto dopo sessantasette giorni di serrate indagini – Hasnain si trovava in un’abitazione con altri connazionali pakistani risultati estranei ai fatti. Al momento del fermo, non aveva con sé alcun documento ma è stato riconosciuto dagli operatori delle forze dell’ordine grazie ad un neo sul volto.