Riapertura a rischio caos. Da Fontana a De Magistris ipotesi a confronto

La fase due nasce già sotto la cattiva stella di una pluralità di livelli decisionali che, come accaduto fin dall'inizio della pandemia, stentano a trovare una sintesi a livello centrale. Progetti e dubbi sul tavolo

“Nel mese di maggio si può ipotizzare apertura dei luoghi della cultura e dei musei, sempre rispettando le distanze sociali e attraverso prenotazioni e app. La gente è molto disciplinata e ha capito che deve autodisciplinarsi per difendersi“, afferma a Radio24 Luigi De Magistris-.Sarà invece più complicato per teatri e cinema e bisognerà trovare per questi settori formule nuove”.

Emergenza

“Sui dispositivi abbiamo fatto quello che abbiamo potuto e lo Stato ha fatto quello che ha potuto- sottolinea Attilio Fontana presidente della Regione Lombardia-.I dispositivi di protezione personale, come le mascherine, dovevano arrivare da chi deve gestire un’emergenza nazionale, quando si tratta di epidemie di carattere internazionale, lo dice la Costituzione, che è compito dello Stato.  Noi abbiamo cercato di supportare, e questa non è una accusa, di comprare nel mondo i dispositivi ma non era facile trovarli“. Aggiunge il governatore lombardo a Radio24: “Noi stiamo chiedendo da due anni di darci la possibilità di assumere più medici ed infermieri e quando parlavo di autonomia usavo sempre questo esempio. Purtroppo la storia mi ha dato ragione“. Parlando della gestione dell’emergenza coronavirus, Fontana precisa: “Se avessimo potuto assumere più medici e infermieri, avendo le risorse per farlo, ed essendoci invece impedito da una legge nazionale forse avremmo potuto affrontare con meno ansia anche questo evento

Ripartenza a fasi

“Una riapertura regionalizzata credo che sia una riapertura monca, zoppa, che non consentirebbe un equilibrato sviluppo alle Regioni che aprono- evidenzia Fontana-.C’è una tale interconnessione tra le filiere produttive e tra le varie attività commerciali che c’è veramente il grosso rischio che faccia più danni che vantaggi una apertura a spizzichi e bocconi e a macchia di leopardo. Sono convinto che la riapertura debba avvenire quando il rischio del contagio si sia concluso o sia vicino alla conclusione su tutto il territorio. Proprio per i collegamenti che saranno necessari c’è il rischio che il contagio possa riprendere senza sapere da dove riparte. Penso sia una valutazione che debba essere fatta nella sua globalità”. E puntualizza Fontana: “Noi in Lombardia non è che vogliamo aprire rischiando, ho sempre detto che la riapertura deve essere subordinata alla sicurezza”.