Pasca (Silb): “Dimenticati dal governo 400 mila lavoratori”

Levata di scudi delle aziende dell'intrattenimento: "Con i decreti Salva Italia, tasse sopra la media e imprenditori prossimi al fallimento"

Il valore dell’intrattenimento in Italia ammonta a 4 miliardi di euro. Sono 3 mila i locali ed hanno un gettito fiscale di 800 milioni– afferma Maurizio Pasca, presidente Silb (il sindacato dei locali da ballo)-. Tra dj, pr, organizzatori, vocalist, promoter e barman, sono 50 mila le persone occupate nel nostro settore. Non rientrano, però, in nessun dei nessuno degli ammortizzatori sociali, per loro nemmeno la mancetta delle 600 euro che lo Stato ha destinato a certe partite iva. Il governo sta condannando l’intero settore dell’intrattenimento al fallimento, mentre altrove lo si considera una risorsa importante per il Pil, e parte integrante del turismo”. 
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a Palazzo Montecitorio 

Impatto sul Pil

Nel complesso, considerati non solo locali e indotto ma eventi in senso lato, si tratta di un giro d’affari di 65,5 miliardi di euro con un impatto sul PIL di 36,2, per un totale di occupati pari a 569 mila addetti (stima su dati Oxford Economics e Istituto Astra Ricerche/ADC Group).  Di questi, i soli locali coprono 7 miliardi e mezzo per un totale di 400.000 occupati. Se consideriamo solo le discoteche aderenti a Silb, il sindacato italiano dei locali da ballo, sono 50.000 addetti e 4 miliardi di fatturatoNumeri importanti. Famiglie non solo di imprenditori, ma baristi, camerieri, addetti alla sicurezza, dj, scenografi, ballerini, musicisti, imprese di catering e di beverage, tecnici. “Nulla è stato dato a queste aziende per evitare il fallimento. Né alle persone che vi lavorano, che non sono rientrate in alcun decreto“, evidenzia Pasca.

Procedure 

Il Decreto Liquidità fondamentalmente offre la garanzia del governo per prestiti che imboccano la tradizionale via di accesso al credito,senza deviare dalle procedure bancarie e con agevolazioni solo per chi ha il 100% delle garanzie. “Ma ci si trova in una situazione di emergenza pari a una guerra– aggiunge Pasca-. E i provvedimenti non possono essere ordinari”. Le categorie cui fanno capo i lavoratori del settore dell’intrattenimento hanno avanzato “istanze precise alle istituzioni”.  E cioè: pace fiscale per i mesi di chiusura forzata, che nel caso delle discoteche sono ormai oltre due perché la serrata è avvenuta a fine febbraio.  La sospensione delle utenze, l’inibitoria dello sfratto per morosità e la sospensione delle esecuzioni immobiliari, perché “le aziende con fatturato zero sono tenute a pagare anche gli affitti, oltre agli stipendi”. Puntualizza Pasca: “In Italia chi fa intrattenimento paga il 16% in più di tasse, con un’imposta l’Isi, ritenuta illecita dall’Unione Europea”. Silb chiede, inoltre, la riduzione dell’Iva al 10%, come avviene per cinema e teatri (“il linguaggio della musica è occasione formativa”). E per i supporti fisici e digitali in ambito musicale, un adeguamento all’aliquota prevista per i libri, ovvero il 4%. 

Saldo degli arretrati

Le aziende dell’intratenimento reclamano il saldo dei pagamenti arretrati dovuti dalle amministrazioni pubbliche e dagli enti pubblici alle imprese, la previsione di un credito di imposta su locali e botteghe nonché per i premi assicurativi e un buono a fondo perduto per le imprese dello spettacolo e dell’intrattenimento.È fondamentale per l’intero settore dello spettacolo ed intrattenimento che le imprese siano supportate con provvedimenti atti a bilanciare il danno subito a causa dell’emergenza, che per la fine dell’anno potrebbe superare quota 600 milioni”, avverte Pasca. Inoltre, il comparto fa notare che la parola discoteca non è mai stata nemmeno citata nei decreti emessi. “Il frutto di una campagna demonizzante verso la categoria, capro espiatorio di una serie di problemi sociali legati a derive giovanili, alcolismo e droga, che devono trovare soluzione fuori dalla discoteca, non al suo interno“, puntualizza Pasca. Silb e le altre sigle hanno firmato, intatti, un protocollo per la sicurezza con il precedente governo, “al fine di istituire le Discoteche Bollino blu e di creare un albo per garantire il divertimento in sicurezza“. Spiega Pasca: “Il luogo comune che la discoteca sia fonte di ogni danno e comportamento delittuoso è da sradicare, perché statistiche e numeri evidenziano ogni anno che le fattispecie di reato o di comportamento socialmente e individualmente dannoso avvengono in minima parte all’interno di una discoteca”.

Eccesso di burocrazia

“La discoteca è un’azienda che ormai fa spettacolo, ha oneri enormi e una burocrazia capillare da gestire, paga tasse più di ogni altra categoria: Irpef, Isi, Siae, Iva– afferma Pasca-. Far divertire le persone non è un crimine, è un lavoro anzi un mestiere che in alcuni paesi europei viene assimilato al turismo e che gran parte degli imprenditori svolge con responsabilità e competenza”. Nel corso del 2019, il sistema di rilevamento di GeOverdose ha registrato 253 decessi acuti riconducibili ad assunzione di droghe. Di questi 253 decessi, 9 (3,6%) hanno riguardato persone senza una dimora stabile e sono stati tutti dovuti all’eroina, mentre 5 (2,4%) sono avvenuti nell’immediatezza dell’uscita dalla comunità terapeutica. Anche in questo caso i decessi sono tutti attribuibili all’eroina. I decessi avvenuti in carcere, agli arresti domiciliari o nell’ immediatezza dalla scarcerazione, invece, sono stati 10 (3,9% del totale). I decessi avvenuti all’interno di overdose simultanee, ovvero di eventi in cui due o più persone hanno sviluppato contemporaneamente un’overdose, sono stati 11 (4,3%). Infine, quelli avvenuti all’interno di un treno, di una stazione o nell’area circostante la stazione stessa sono stati 20 (7,9%).

Sicurezza

L’età media dei 253 soggetti deceduti nel 2019 è 39 anni, l’età media di chi frequenta una discoteca è di 22 anni. “Nelle discoteche c’è molta attenzione sulla sicurezza dei giovani che partecipano, perché siamo passibili, per qualsiasi cosa avvenga all’interno dei nostri locali, del famigerato articolo 100 del Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza)”, specifica Pasca. Di fronte ai 297 omicidi avvenuti in Italia, la maggior parte avvenuti in famiglia e dentro la stessa casa, solo un omicidio è avvenuto all’interno di una discoteca (in provincia di Sassari) nel 2019 e  per fatti non derivanti dalla stessa discoteca, dove il gestore si è costituito parte civile nel procedimento penale nei confronti dell’omicida. Nel 2018 il binge drinking (cioè l’assunzione di più bevande alcoliche in un intervallo di tempo più o meno breveè avvenuto in pub, bar, case private.

Stato etilico

“Nei nostri locali la somministrazione di alcol avviene in maniera moderata e controllata, con esclusione radicale della somministrazione ai minorenni e le consumazioni alcoliche hanno un costo abbastanza elevato- chiarisce Pasca-. I ragazzi arrivano in ora tarda e già in stato etilico compromesso, tanto da indurci a piazzare telecamere anche nei parcheggi o a monitorarli con timbri e controlli affinché non portinobottiglie da fuori all’interno dei locali”. E prosegue: “Da anni conduciamo una battaglia contro I negozi gestiti da extracomunitari che smerciano alcol a basso costo fino a tarda ora e contro gli abusivi che somministrano sostanze alcoliche ai minorenni. Agli inizi dell’emergenza coronavirus ci siamo battuti contro abusivi che esortavano i ragazzi a bypassare l’emergenza recandosi a feste dove (così scrivevano gli inviti) l’alcol era libero“.