Maxi rissa tra minori a Gallarate, Cascone: “Guerriglia urbana”

"Emblematica", spiega Cascone, "la disinvoltura manifestata dai minori nel porre in essere le condotte violente", agendo "come un vero e proprio 'branco' con armi improvvisate"

Gli agenti della Polizia di Stato di Varese ha eseguito stamani, 31 marzo, ben 17 provvedimenti cautelari emessi dal gip di Busto Arsizio e da quello per i Minorenni di Milano a carico di giovani accusati della maxi rissa l’8 gennaio a Gallarate, in provincia di Varese. A rendere più grave la situazione è che la maggior parte degli accusati e minorenne.

In occasione della maxi rissa – “organizzata” da due gruppi di giovanissimi “rivali” – rimase ferito un quattordicenne. Almeno un centinaio furano i presenti, alcuni dei quali armati di bastoni e catene.

Arresti domiciliari

Le ordinanze di custodia cautelare sono in gran parte arresti domiciliari. Le indagini degli agenti della Squadra Mobile della Questura di Varese e del commissariato di Gallarate avevano portato nei giorni successivi alla maxi rissa all’individuazione di una decina di giovani. Si tratta di ragazzi di età compresa tra i 14 e i 18 anni, italiani, albanesi e nigeriani, residenti tra Gallarate, Cassano Magnago e Varese e Malnate, in provincia di Milano. Oltre alle mazze da baseball e le catene, gli investigatori avevano trovato e sequestrato un borsone con pietre, mazze e un coltello da cucina.

E’ stata un’altra rissa verificatasi a Cassano Magnago (Varese) a cui era seguita la volontà di due gruppi di giovanissimi di avere “vendetta”, a scatenare il maxi ritrovo con tanto di mazze e catene a Gallarate, che ha portato alle 17 ordinanze cautelari di oggi. E’ quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura per i Minorenni di Milano, guidata dal Procuratore Ciro Cascone.

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Il procuratore per i Minorenni di Milano, Ciro Cascone

Pm minori: “Rasentata la guerriglia urbana”

Sono 15 i minorenni, oltre a due maggiorenni, coinvolti nell’operazione che ha portato agli arresti da parte della Polizia per la maxi rissa accaduta a Gallarate (Varese) l’8 gennaio scorso: per sette è stata disposta la permanenza a casa con divieto di comunicare con qualsiasi mezzo, per altri otto è stata disposta una serie di prescrizioni (tra cui obbligo di rientrare al domicilio entro le 19). Il procuratore dei minori di Milano, Ciro Cascone, in una nota, ha definito l’episodio “una vera e propria rissa che ha rasentato la guerriglia urbana”.

“Emblematica”, spiega Cascone, “la disinvoltura manifestata dai giovani nel porre in essere le condotte violente contestate”, nonché il fatto di aver agito “come un vero e proprio ‘branco’, servendosi anche di armi improvvisate”, ha proseguito il Procuratore, “tutti elementi sintomatici di personalità prive di freni inibitori e facilmente inclini all’uso della violenza”.

Cascone: “Emblematica la disinvoltura dei giovani”

Secondo gli inquirenti alla “chiamata alle armi” per prendere parte alla rissa, via social hanno risposto in molti. “Alcuni sicuramente animati da intenti aggressivi e vendicativi”, ha precisato il Procuratore Cascone, “altri evidentemente senza neanche sapere il motivo della contesa”, ma “spinti dalla sola curiosità di esserci, sia pure come spettatori”.

Infine Cascone ha aggiunto: “se è quanto meno preoccupante la posizione degli spettatori, è sicuramente allarmante il ruolo dei ‘supporters’ violenti”, ovvero una “degenerazione degli schemi di aggregazione tipici dell’età adolescenziale, caratterizzata da un codice di appartenenza che consiste nell’assumere comportamenti antisociali in nome di un malinteso senso di solidarietà amicale e territoriale“.

Matteo Luigi Bianchi (Lega) in Parlamento sulla maxi rissa di Gallarate, video pubblicato da Malpensa24.