Germania, Francia e Inghilterra annunciano un allentamento delle restrizioni

Per i tedeschi vaccinati o guariti più libertà di movimento, mentre i francesi vogliono abolire il coprifuoco dal 30 giugno. Cauto Johnson sui viaggi all'estero

Tre grandi paesi del Vecchio Continente, due Stati membri dell’Unione europea e un ex Paese comunitario, lanciano i primi annunci di una prossima – graduale – uscita dalla principali restrizioni anti-Covid. La Germania punta ad allentare alcune limitazioni agli immunizzati (ma l’Oktoberfest non si farà), la Francia punta a togliere il coprifuoco dal 30 giugno e l’Inghilterra potrebbe abolire il distanziamento di un metro dal 21 giugno, anche se il primo ministro inglese Boris Johnson resta molto cauto sui viaggi all’estero.

Meno rigore

Il pacchetto di misure che renderanno più libera la vita di chi è già stato vaccinato (con due dosi) o è guarito dal Coronavirus, concordate dai gruppi parlamentari dei partiti della coalizione di governo, Cdu, Csu e Spd, potrebbe essere votato già questa settimana o al massimo all’inizio della prossima, prima dal Bundestag, il parlamento federale, poi dal Bundesrat, il Consiglio federale. Secondo queste misure, chi si è immunizzato dal Covid non sarà costretto a rispettare il coprifuoco notturno dalle dieci di sera alle 5 del mattino, né le regole della quarantena e neppure limitare gli incontri o esibire un test rapido negativo per accedere nei negozi non essenziali, nei musei o nei parchi di divertimento. Previsto inoltre che anche le farmacie, oltre ai medici di base, possano emettere i pass vaccinali. Ma uno dei principali eventi tedeschi, l’Oktoberfest che ogni anno richiama a Monaca di Baviera decine di migliaia di visitatori, è stato cancellato per il secondo anno consecutivo.

Si torna a scuola

La Francia, che è sempre stata “orgogliosa di essere uno dei Paesi al mondo in cui le scuole sono state più aperte” – parola del primo ministro Jean Castex – punta a un massiccio ritorno in classe per gli studenti delle superiori, dopo un mese tra vacanze e didattica a distanza. Le scuole continueranno ad alternare le lezioni in presenza e da remoto per rallentare la circolazione del virus dove è ancora alta, come nella regione di Parigi, mentre tra maggio e giugno saranno distribuiti settimanalmente test fai da te a circa 5,6 milioni di studenti. Da oggi, lunedì 3 maggio, è stato inoltre revocato il divieto di spostarsi oltre un raggio di 10 chilometri senza valido motivo. Si attende il 19 maggio per accorciare il coprifuoco – in attesa della revoca definitiva il 30 giugno – facendolo slittare dalle 19 alle 21 e riaprire musei, cinema e sale di spettacolo, caffé e ristoranti all’aperto. Altra data da segnare in rosso sul calendario per i francesi è quella del 9 giugno quando, se la curva epidemiologica lo permetterà, il coprifuoco si applicherà dalle 23 e sarà possibile stare al chiuso in bar, ristoranti e palestre. Sempre dal 9 giugno potranno entrare in Francia i cittadini extra-Ue in possesso di certificato che dimostri che sono vaccinati, guariti, o hanno un test negativo.

Timore di varianti “di rientro”

C’è la possibilità che l’Inghilterra abolisca la distanza minima tra persone di un metro dal 21 giugno prossimo, ma per ora ciò che preme di più al premier britannico Johnson è evitare che entrino nel paese le varianti del virus. Il Regno Unito dovrebbe iniziare a riaprire ai viaggio all’estero dal 17 maggio e tra le intenzioni attribuite al governo c’è anche quella di stilare una lista “verde” di Paesi stranieri a più basso rischio. “Vogliamo fare qualche apertura, ma non credo che la gente di questo Paese voglia vedere un afflusso di malattie da ovunque altrove, e certamente non lo voglio io”, ha ribadito ai giornalisti il primo ministro, a margine di un incontro elettorale nel Nord Est. A complicare le cose, per Johnson, ci sono alcune spinte che vanno in direzioni opposte. C’è chi, come la maggioranza dei parlamentari, del mondo dei media e degli affari che invoca le riaperture. Ma c’è anche un gruppo di deputati conservatori e laburisti che ha chiesto di rinviare ogni decisione di questo tipo adducendo motivi di sicurezza sanitaria che per favorire il turismo interno.