Draghi conferma la linea della prudenza: stop agli spostamenti fino al 27 marzo

Si è concluso il primo consiglio dei Ministri del nuovo governo: le decisioni prese

Il primo Consiglio dei Ministri del governo Draghi ha approvato il decreto legge Covid, che proroga il divieto di spostamenti tra Regioni fino al 27 marzo e anche la regola che limita le visite nelle abitazioni private a due adulti con in più solo i figli minori di 14 anni. Nelle zone rosse sarà vietata ogni forma di spostamento verso le zone private.

Non cambia dunque la linea della prudenza finora adottata dall’Italia, anche alla luce della preoccupazione della risalita dei contagi in alcune aree del Paese colpite dalla presenza delle varianti del virus. Quindi se da una parte viene evitato in ogni modo un nuovo lock down, invocato dal alcuni virologi, dall’altra non sembrano esserci le condizioni per arrivare alle aperture richieste da diverse categorie che dopo mesi di fermo sono con l’acqua alla gola. Il Cdm ha poi nominato il generale Pietro Serino, attuale capo di Gabinetto del ministro Lorenzo Guerini, nuovo capo di Stato Maggiore dell’Esercito.

Il piano vaccinale

La campagna vaccinale sarà quindi fondamentale per il ritorno alla normalità e la conseguente ripresa economica. Per numero di dosi somministrate L’Italia è il secondo paese dell’Ue dopo la Germania, quindi se si considera rapporto vaccinati e popolazione totale. Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ha detto che per fine marzo l’Italia dovrebbe ricevere, da inizio campagna vaccinale, 13 milioni di dosi.

Diversi parlamentari chiedono intanto al governo di riguardare il piano vaccinale. Così Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato: “C’è bisogno di vaccinare 24 ore su 24. Bene quindi l’impiego de medici di base, ma per riuscire a effettuare almeno 300 mila vaccinazioni al giorno, così da immunizzare il Paese entro l’inizio dell’estate, bisogna somministrare i vaccini ovunque sia possibile, anche nelle farmacie e nelle caserme”. La parola d’ordine che riesce ad unire l’eterogenea maggioranza resta dunque “sconfiggere il Covid per far ripartire l’economia”.

La ripartenza del mondo della cultura

Intanto trova una buona accoglienza la proposta del ministro della Cultura, Dario Franceschini, di partire dalla riapertura di teatri e cinema per sostenere il mondo della cultura, lanciata oggi dalle pagine del Corriere della Sera.

Franceschini ha chiesto al Comitato tecnico-scientifico “un incontro urgente per proporre le misure di sicurezza integrative su cui stanno lavorando le organizzazioni di categorie”. Potrebbero essere “i biglietti nominativi, la tracciabilità delle persone, le mascherine Ffp2. Mi confronterò poi collegialmente col governo” e “col Cts per individuare tempi e modalità“. A nome dei sindaci italiani, il presidente dell’Anci Antonio Decaro chiede invece la riapertura dei ristoranti la sera. “Se si può andare a pranzo in sicurezza, si può anche andare a cena in sicurezza” gli ha fatto subito eco il leader della Lega Matteo Salvini.

E le elezioni?

Un altro nodo che vede il confronto tra tutte le forze politiche è l’ipotesi del rinvio delle elezioni amministrative della prossima primavera. A giugno è infatti previsto il rinnovo dei sindaci e dei consigli comunali delle principali città italiane (Roma, Milano, Torino, Napoli). Oltre i problemi di sicurezza sanitaria, bisogna considerare che la campagna elettorale potrebbe alimentare subito le spaccature tra le forze di centro-destra e quelle di centro-sinistra della neonata maggioranza. Oltre tutto i partiti e le coalizioni sono ancora in alto mare riguardo alla scelta dei canditati per la poltrona di primo cittadino. Secondo alcune indiscrezioni aumentano quindi le pressioni sul ministro dell’Interno Lamorgense per far slittare la tornata elettorale in autunno.