Si scatena la corsa al Quirinale. Ecco i candidati più quotati

Il grande conto alla rovescia per il Quirinale è appena iniziato. Il 29 gennaio il Parlamento si riunirà in seduta comune e darà il là alle votazioni. L’obbiettivo del governo è chiudere la partita quanto prima, magari già alla quarta votazione, la prima a maggioranza qualificata. Con quest’obbiettivo davanti Renzi sta sentendo i principali esponenti degli altri partiti e ha convocato in modo permanente la direzione del Pd. A 24 ore dal via libera agli scrutini il premier farà il suo nome, sul quale spera di far convergere i consensi delle forze politiche che si siederanno al tavolo con lui. I candidati sono tanti, noi abbiamo selezionato i più quotati, anche se come recita un vecchio proverbio “chi entra in Conclave Papa ne esce cardinale”.

amatoGIULIANO AMATO
E’ l’evergreen, ultimo reduce della Prima Repubblica e ha l’esperienza giusta per ricoprire l’incarico. Due volte premier, diversi incarichi da ministro, caratura internazionale, di indole moderata. Piace sia a Renzi che a Berlusconi e, cosa non di poco conto, è in cima alla lista dei desideri di Giorgio Napolitano come suo successore. Costituzionalista è da pochi mesi membro della Consulta. Mr Sottile sembra il candidato più forte ma su di lui pesano il suo ruolo di vice Craxi e la politica di tagli alla spesa pubblica durante la sua prima esperienza a Palazzo Chigi.

PIER FERDINANDO CASINIcasini
Riporterebbe una ventata democristiana che al Quirinale non si vede dai tempi di Scalfaro. Il suo passato da presidente della Camera (durante il secondo governo Berlusconi) lo rende “uomo delle istituzioni”. E tuttavia, da qualche tempo, ha smesso di ricoprire ruoli politici di primo piano. Ha pagato a caro prezzo l’idea di sposare il terzo polo di Mario Monti. Negli ultimi mesi ha ricucito l’alleanza con Silvio Berlusconi, pur continuando ad appoggiare il governo delle larghe intese.

downloadANNA FINOCCHIARO
Presidente della commissione Affari Costituzionali del Senato è, di fatto, il braccio riformista di Renzi a palazzo Madama. La sua attività, nell’ultimo periodo, è stata preziosissima per l’accelerazione su Italicum e Costituzione. Appartiene alla vecchia guardia del Pd e ciò la metterebbe al riparo da eventuali franchi tiratori. Ma, nonostante gli sforzi di Renzi e Berlusconi, la possibilità di vedere una donna al Colle sembra essere stata accantonata.

ANTONIO MARTINOdownload (1)
Già ministro della Difesa durante  il governo Berlusconi è l’unico candidato di centrodestra in lizza. Al Pd non dispiace ma difficilmente Renzi lo appoggerà. I dem sono il partito di maggioranza relativa in Parlamento. Pertanto non hanno intenzione di cedere all’ex cavaliere e a Forza Italia la massima carica dello Stato. Martino non riuscirebbe, fra l’altro, a far convergere su di sé i voti di tutto il centrosinistra.

download (2)SERGIO MATTARELLA
Figlio di un padre costituente, giudice della Consulta e padre del Mattarellum, la legge elettorale a lungo rimpianta da gran parte dei partiti. Ha animo squisitamente riformista e per questo darebbe continuità al lavoro svolto da Napolitano. In più è fratello di Piersanti, ex governatore della Sicilia, ammazzato dalla mafia nel 1980. Vicepremier di D’Alema e tre volte ministro potrebbe attrarre i voti del centrosinistra e di parte del centrodestra. A Renzi piace, a Berlusconi meno. Mattarella uscì, infatti, dal governo Andreotti dopo la legge Mammì, che favorì l’impero televisivo dell’ex Cavaliere.

ROMANO PRODIdownload (3)
Il suo nome è quello più quotato dai bookmakers. Ha appeal internazionale, è il padre morale del Pd ed è un’europeista convinto. Su di lui convergerebbero nel segreto dell’urna le minoranze agguerrite contro l’intesa Renzi-Berlusconi. Ma dovrebbero sostenerlo gli M5s, che pensano al referendum contro l’Europa (della quale lui è stato Presidente), Sel e la sinistra Pd (che fecero cadere i suoi governi). In più la sua candidatura è già stata bruciata nel 2013.

download (4)IGNAZIO VISCO
Berlusconi lo ha portato a palazzo Koch, dunque non avrebbe remore a sostenerne l’ascesa al Quirinale. E’ un tecnico, lontano dalla politica e dalle dinamiche dei partiti. Questa sua neutralità lo rende l’arbitro che Renzi sta cercando. Ma la sua elezione riaprirebbe la difficile partita per la Banca d’Italia.

WALTER VELTRONIveltroni1
L’ex sindaco di Roma torna sempre di moda quando si parla di Colle. Non dispiace al leader azzurro (fu lui e non Renzi a proporre per la prima volta di abbandonare l’antiberlusconismo nel centrosinistra) e nemmeno al premier. E’ il vero padre del Pd ed ha provato a portare una ventata di freschezza nella politica italiana. Ma da troppo tempo è fuori dai giochi, difficile che vi rientri per la partita più importante.