OXFAM: “I RIFUGIATI SIRIANI CHIEDONO AIUTO”

“Senza gli aiuti internazionali necessari a far fronte ai bisogni della popolazione siriana, moltissime persone saranno costrette ad adottare forme di sopravvivenza disperate, come il lavoro minorile e i matrimoni precoci”. Lo afferma Riccardo Sansone, responsabile emergenze umanitarie di Oxfam Italia, commentando i dati contenuti nel report “Syria crisis – Fair share analysis 2015” diffuso lunedì da Oxfam alla vigilia della terza conferenza dei Paesi donatori della Siria. Secondo Oxfam “le organizzazione umanitarie stimano che nel 2015 saranno necessari circa 8,7 miliardi di dollari per soccorrere circa 18 milioni di civili all’interno della Siria e nei Paesi vicini”.

“I paesi ricchi che si incontrano martedì 31 marzo in Kuwait per discutere degli stanziamenti necessari per far fronte alla crisi siriana (che ha già causato 11,4 milioni di profughi interni e rifugiati e 220 mila vittime), avranno l’opportunità di invertire questo trend negativo, garantendo un impegno economico di gran lunga superiore a quello del 2014. Se ciò non dovesse avvenire, le conseguenze sarebbero devastanti per milioni di civili sia in Siria che nei Paesi limitrofi, soprattutto in Turchia, Libano e Giordania, dove si sono rifugiati quasi 4 milioni di persone”.

Nel 2014 lo stanziamento richiesto era stato di 7,7 miliardi di dollari, ma a dicembre era arrivato soltanto il 62,5% dei fondi. “Quasi la metà dei Paesi ricchi non ha stanziato una giusta quota di aiuti: tra questi Russia (7%), Australia (28%) e Giappone (29%)”. È quanto ha calcolato Oxfam relativamente alla crisi siriana. “Fra i Paesi che invece hanno garantito la loro giusta quota troviamo Kuwait (1107%), Emirati Arabi Uniti (391%), Norvegia (254%), Regno Unito (166%), Germania (111%) e Stati Uniti (97%).

A metà strada – aggiunge Oxfam – si trovano invece Paesi come l’Italia che ha garantito il 58% di quanto avrebbe potuto o la Francia (57%)”. “Nei primi tre mesi del 2015 i fondi da parte della comunità internazionale sono arrivati col contagocce – aggiunge Sansone – il 90,2% degli aiuti richiesti negli appelli lanciati dall’Onu e della Croce Rossa non è stato ancora finanziato. I Paesi donatori che si riuniscono oggi per il summit in Kuwait devono e possono fare meglio dell’anno scorso, sia singolarmente che insieme”.

Oxfam chiede ai Governi che “i Paesi ricchi accolgano, entro la fine del 2015, il 5% dei rifugiati siriani più vulnerabili; attualmente l’impegno è per meno del 2% dei 3,9 milioni di rifugiati siriani in fuga dalla guerra”. Ma “oltre agli aiuti e all’accoglienza, i governi hanno tutto il peso politico necessario a chiedere la fine della crisi e delle terribili violazioni che i civili siriani affrontano ogni giorno, fermando l’invio di armi e munizioni in Siria, che continua ad alimentare il conflitto”, conclude Sansone.

Oxfam International è una delle più importanti confederazioni internazionali nel mondo specializzata in aiuto umanitario e progetti di sviluppo. Fondata nel 1942, è composta da 17 organizzazioni di Paesi diversi che collaborano con quasi 3.000 partner locali in oltre 90 paesi per individuare soluzioni durature alla povertà e all’ingiustizia.