ADDIO A LEE KUAN YEW, IL “PADRE-PADRONE” SINGAPORE

E’ morto Lee Kuan Yew, storico leader di Singapore, spesso definito il “padre –padrone” della “città del leone”. Aveva 91 anni, era nato nel settembre del 1923 quando ancora Singapore era una fiorente colonia britannica a sud della Malesia. Yew si è spento “serenamente”, come recita il comunicato ufficiale emesso dal governo guidato dal figlio, il premier Lee Hsien Loong, al Singapore General Hospital alle 3.18 del mattino ora locale.
Da un mese e mezzo era ricoverato in terapia intensiva per una polmonite.

Laureatosi a Cambridge, Yew è considerato il fondatore della Singapore moderna e l’artefice del miracolo economico del piccolo Stato. Fu primo ministro per un periodo record dal 1959 (quando Singapore divenne indipendente dall’impero britannico) al 1990, quando fece un passo indietro scegliendo come successore Goh Chok Tong – ritagliandosi però un ruolo sempre molto influente come ministro “Senior” e poi “Mentore” della nazione; si era ufficialmente ritirato dalle cariche pubbliche quattro anni fa, restando membro del Parlamento. Anche dopo le sue dimissioni da leader, Lee non è mai stato lontano dai processi decisionali, mantenendo incarichi a livello governativo fino al 2011.

Il ministro degli esteri giapponese Fumio Kishida, in una nota, ricorda la sua grande saggezza (“outstanding wisdom”) e il suo “ruolo-chiave nell’assicurare pace e prosperità nella regione Asia-Pacifico e nel mondo per oltre mezzo secolo”. Il presidente Usa Barack Obama l’ha definito “un gigante della storia” e uno dei più grandi strateghi dell’Asia. Il “modello economico Lee” univa politiche di apertura al mercato internazionale – puntando soprattutto sulle moderne tecnologie – con rigidi controlli sulla stampa, sulla libertà di espressione e sui suoi oppositori politici. Da qui l’appellativo – azzeccato – di “padre-padrone”.