Putin, contatti con Parigi e Berlino: la Russia apre sul grano

Macron e Scholz incalzano Putin per riprendere i colloqui con Zelensky. Al vaglio una missione Ue per far passare le scorte di grano nel Mar Nero

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Poco dialogo sul piano negoziale ma un’apertura per sbloccare l’export del grano verso l’Europa. Il presidente della Russia, Vladimir Putin, si è intrattenuto telefonicamente con l’omologo francese, Emmanuel Macron, e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Discutendo sia dei negoziati con l’Ucraina che di una soluzione per scongiurare il rischio di una crisi alimentare. Nei giorni scorsi aveva risuonato l’allarme sulle scorte di grano, ritenute sufficienti per soli tre mesi in caso di blocco definitivo dell’export sia dalla Russia che dall’Ucraina.

Da parte sua, Putin ha fatto sapere che Mosca “è pronta a riprendere il dialogo con l’Ucraina”, dicendosi disponibile a facilitare l’esportazione senza ostacoli del grano, compreso quello ucraino. Al contempo, però, il presidente russo è stato incalzato dai leader europei affinché intavoli “negoziati diretti e seri” con il presidente ucraino Zelensky.

Crisi del grano: rischio globale

La situazione è comunque delicata. Tanto che la stessa Unione europea, nelle scorse ore, ha vagliato la possibilità di una missione navale direttamente sul Mar Nero. L’idea è scortare le navi attraverso un passaggio sicuro fra le mine e i presidi dei sottomarini russi. A riportarlo è il quotidiano El Pais, che cita fonti europee in vista del vertice che si terrà a Bruxelles a inizio settimana. Proprio durante il consesso europeo sarà affrontato il tema della problematica del grano, che rischia di trascinare il globo in una crisi alimentare senza precedenti. In questo senso, l’apertura di Putin potrebbe facilitare le cose, anche se il problema resta legato anche alla carenza di materia prima. È chiaro che per una reale soluzione alla crisi, l’unica strada sarebbe la cessazione del conflitto. Su questo fronte, però, nonostante l’incalzante richiesta dell’Europa, con la Russia che testa missili ipersonici e il Donbass ancora in piena contesa si resta a un punto morto.