Quale scuola scelgo dopo le superiori? Le risposte di Daniele Grassucci

Scegliere cosa fare dopo le superiori: lavoro o università? Come orientarsi? Ce lo spiega Daniele Grassucci di Skuola.net

Per gli studenti è sempre difficile capire cosa fare dopo il quinto anno delle scuole superiori, spesso si sentono isolati in un mondo in cui nessuno gli ha mai insegnato come orientarsi. La scuola infatti, sebbene dia una preparazione culturale, molte volte non offre altrettanta preparazione in vista del futuro dello studente, così da portarlo a non sapere che cosa fare del proprio futuro. Così Interris.it ha intervistato Daniele Grassucci, direttore del sito web Skuola.net e giornalista, che è riuscito a chiarire molti dubbi.

Secondo te come sarà l’anno scolastico 2021/2022? Si prospetta di nuovo la didattica a distanza o si tornerà in presenza al 100%?

“È ancora presto per dirlo, certo le premesse sono diverse perché ad esempio l’anno scorso la scuola in presenza si assicurava esclusivamente al primo ciclo, mentre per le superiori era già prevista la possibilità di Dad. Quest’anno invece il presupposto si è invertito: la scuola è in presenza per tutti, ovviamente con distanziamento e in caso non ci fosse, con le mascherine. L’opzione di didattica a distanza resta solamente nei casi di contagi, in cui anche l’intera classe viene messa in quarantena. Bisognerà vedere come andranno le cose, dato che l’anno scorso gli studenti delle superiori vennero mandati in Dad a novembre e dicembre, a causa del sistema dei trasporti che non aveva abbastanza controllo della situazione. Ad oggi un passo in più verso la normalità è stato perché si può immaginare che le lezioni in presenza saranno comunque maggiori rispetto a quelle a distanza”.

La pandemia da Covid ha “imposto” alla scuola italiana di ammodernarsi? Ci è riuscita?

“Sicuramente sì, la pandemia ha imposto alla scuola di ammodernarsi sia nelle tecnologie sia nella formazione dei docenti nell’utilizzarle, che prima di questa situazione erano molto scarse. Le lacune e le cause delle stesse erano talmente tante che l’ammodernamento è riuscito solo in parte e in molti contesti la situazione resta ancora arretrata”.

Siamo ancora agli inizi della scuola, che cosa può fare uno studente per iniziare l’anno al meglio?

“Avere la consapevolezza che la scuola è un’agenzia educativa che ha dei problemi come l’arretratezza dei docenti, perché non tutti sono adeguatamente formati, o come i contenuti che si studiano perché molto spesso è un sapere arcaico e non più attuale. Oppure è attuale ma non molto portato nella realtà dei nostri giorni. Però fortunatamente oggi non è l’unica agenzia educativa, oggi si possono imparare tante cose attraverso il volontariato o attraverso le enormi possibilità che la rete offre in termini di apprendimento, come frequentare corsi di altissima formazione pur essendo ancora studenti liceali. Il consiglio quindi è sicuramente quello di studiare, perché consegna competenze importanti per il futuro, ma di non limitarsi solo a studiare e a cimentarsi con quello che propone la scuola. Se sogni di fare la giornalista, comincia a scrivere. Vuoi fare l’influencer? Comincia a produrre contenuti per i social”.

Per molti studenti questo è l’ultimo anno del liceo e la maggior parte di questi non ha idea di cosa fare in futuro, hai qualche consiglio?

“Il mercato del mondo del lavoro sta cambiando. Si dice che nel 2030 la metà delle professioni che si faranno devono ancora essere inventate. Vuol dire che la metà dei posti di lavoro oggi non riusciamo neanche a capire come si svolgeranno. Questo vuol dire anche che ci saranno alcune professioni che continueranno a rimanere più o meno alterato, e saranno quelle professioni in cui l’intelligenza artificiale e la robotizzazione non potranno completamente cambiare o sostituire l’uomo, come ad esempio i giornalisti. Ci saranno nuove professioni come quelle che dovranno mettere insieme la tecnologia con l’essere umano. Pensiamo ad esempio a tutti gli assistenti vocali che abbiamo in casa: non c’è bisogno solo di programmatori ma anche di umanisti che siano in grado di tradurre il linguaggio dell’uomo e in quello della macchina. Ed ancora pensiamo alla guida autonoma di una macchina, serviranno dei filosofi per capire quali decisioni dovrà prendere, è un problema di filosofia morale ed etica. Tutto questo per dire che sarà importante per i tecnici diventare esperti dell’essere umano e viceversa, chi ha una competenza umanistica dovrà avere anche competenze scientifiche. Le vere novità è che per fare alcuni lavori ci sarà bisogno di una formazione molto precisa di durata annuale e non necessariamente avere la laurea. Questi sono solo alcuni spunti ed è un argomento molto complesso, quello che consiglio è guardare dentro sé stessi e valutare passione e talento. Il lavoro deve rientrare nelle passioni, deve piacere e deve rispettare ciò che si sa fare. Ad esempio mi può piacere il calcio, ma non è detto che io sia bravo a giocare. Mentre magari posso essere bravo con i numeri e quindi posso coltivare questa mia passione diventando uno statistico che analizza le partite e aiuta il mister a scegliere la strategia di gioco”.

Riguardo al cambiamento climatico di cui si sente tanto parlare ultimamente, i ragazzi tornano in piazza per il clima: Che tipo di generazione sta prendendo forma? Che adulti saranno?

“Sicuramente sarà una generazione, per dirlo con le parole dei ragazzi che abbiamo e intervistato nel libro ‘Chi sono? Io. Le altre. E gli altri’ – DeA Planeta Libri – che vuole risolvere i casini di quelli che l’hanno preceduta e quindi salvare il pianeta, rivoluzionare la scuola e trovare un lavoro per tutti. Quindi sarà una generazione che dovrà riparare le disfunzioni di quella che l’ha preceduta e al contempo dovrà prestare attenzione ai diritti civili, ai diritti sociali, che appunto spesso sono trascurati. Almeno sulla carta dovrebbe essere una generazione migliore di quelle passate, poi bisognerà vederla nella pratica”.