Vescovo messicano sequestrato per due giorni

Mons. Rangel Mendoza, vescovo messicano noto come mediatore tra la criminalità organizzata e le comunità locali, è stato sequestrato e poi ritrovato in ospedale dopo due giorni di ricerche

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Monsignor Rangel Mendoza, vescovo emerito di Chilpancingo-Chilapa – nello Stato messicano del Guerrero – è stato sequestrato per due giorni. Ora è ricoverato in ospedale a Cuernavaca, dopo ore di apprensione e ricerche da parte delle istituzioni e della Chiesa messicana che non ha mai fatto mancare le sue preghiere.

Vescovo messicano sequestrato per due giorni

Vittima di un sequestro per due giorni, e, alla fine, ritrovato in un ospedale, dove è finito in circostanze non ancora rese note. È quanto accaduto a mons. Salvador Rangel Menfoza vescovo emerito di Chilpancingo-Chilapa, nello Stato messicano del Guerrero. Dopo aver lanciato l’allarme sulla sua sparizione, poche ore dopo la Conferenza episcopale messicana (Cem) ha informato che “il vescovo è stato localizzato e si trova nell’ospedale generale “Dr. José G. Parres”, appartenente al sistema sanitario pubblico dello Stato di Morelos nella città di Cuernavaca.

Dal canto suo, il procuratore di Morelos, Uriel Carmona, ha reso noto ai media messicani che il vescovo sarebbe stato vittima di un sequestro. Il procuratore ha anche mostrato ai media locali una fotografia inviata al suo cellulare in cui si vede che il vescovo è in ospedale.

L’opera del vescovo e le minacce di morte

“Siamo profondamente grati – scrivono i vescovi, senza aggiungere particolari sulle cause della sparizione – a tutte le autorità e le persone che hanno collaborato alla sua ricerca. Non appena avremo maggiori informazioni sul suo stato di salute e sulle circostanze della sua localizzazione, le renderemo note a tempo debito. Invitiamo la comunità cattolica e la società in generale a tenere il vescovo Rangel Mendoza nelle loro preghiere, pregando per una sua rapida guarigione”.

Mons. Rangel Mendoza è molto noto nel Paese per il suo impegno “non convenzionale” nel porsi come mediatore tra gruppi di criminalità organizzata e comunità locali, vivendo in uno dei territori maggiormente esposti agli scontri tra i gruppi della criminalità organizzata e tra i cartelli del narcotraffico. Più volte, il vescovo, nel constatare l’assenza dello Stato nel territorio, ha dialogato direttamente con i membri della criminalità organizzata per cercare soluzioni pacifiche alla violenza, e proteggere la popolazione, ottenendo anche qualche risultato nel pacificare alcune zone. Qualche settimana fa, mons. Rangel aveva rivelato di ricevere minacce di morte.

Fonte: AgenSIR