Udienza, Papa: “Tutti nasciamo perché qualcuno ha desiderato per noi la vita”

“Siamo stati pensati prima che imparassimo a pensare; siamo stati amati prima che imparassimo ad amare; siamo stati desiderati prima che nel nostro cuore spuntasse un desiderio. Se guardiamo la vita così, allora il ‘grazie’ diventa il motivo conduttore delle nostre giornate”. Lo ha detto Papa Francesco nella catechesi pronunciata stamani, durante l’ultima udienza generale del 2020, nella biblioteca del Palazzo apostolico vaticano.

Una meditazione, scrive il Sir, incentrata sulla preghiera di ringraziamento alla luce dell’episodio raccontato dall’evangelista Luca della guarigione operata da Gesù dei dieci lebbrosi. Ma solo uno torna a ringraziarlo. “Questo racconto, per così dire, divide il mondo in due: chi non ringrazia e chi ringrazia; chi prende tutto come gli fosse dovuto, e chi accoglie tutto come dono, come grazia”.

Eucaristia e ringraziamento

Citando il catechismo, il Pontefice ha evidenziato che “la preghiera di ringraziamento comincia sempre da qui: dal riconoscersi preceduti dalla grazia”. “Per noi cristiani il rendimento di grazie ha dato il nome al Sacramento più essenziale che ci sia: l’Eucaristia”.

Francesco ha spiegato l’origine della parola dal greco: ringraziamento. “I cristiani, come tutti i credenti, benedicono Dio per il dono della vita”. Parlando a braccio, il Papa ha sottolineato che “siamo figli dell’amore, siamo fratelli dell’amore. Siamo uomini e donne di grazia”. E poi ha evidenziato che “vivere è anzitutto aver ricevuto”.

Tutti nasciamo perché qualcuno ha desiderato per noi la vita. E questo è solo il primo di una lunga serie di debiti che contraiamo vivendo. Debiti di riconoscenza. Nella nostra esistenza, più di una persona ci ha guardato con occhi puri, gratuitamente. Spesso si tratta di educatori, catechisti, persone che hanno svolto il loro ruolo oltre la misura richiesta dal dovere. E hanno fatto sorgere in noi la gratitudine. Anche l’amicizia è un dono di cui essere sempre grati”. Oggi, in Argentina – Paese natio di Bergoglio – è stato legalizzato l’aborto.

L’incontro con Gesù e la gioia di essere amati

“Questo ‘grazie’,” che dobbiamo dire continuamente ” e che il cristiano condivide con tutti, si dilata nell’incontro con Gesù”. Riferendosi ancora all’episodio dei dieci lebbrosi guariti, il Papa sottolinea che il samaritano, oltre ad essere guarito, è anche certo “di essere amato”:

“Naturalmente – dice il Papa riportato da Vatican News – tutti erano felici per aver recuperato la salute, potendo così uscire da quella interminabile quarantena forzata che li escludeva dalla comunità. Ma tra loro ce n’è uno che a gioia aggiunge gioia: oltre alla guarigione, si rallegra per l’avvenuto incontro con Gesù. Non solo è liberato dal male, ma possiede ora anche la certezza di essere amato. Questo è il nocciolo: la certezza di essere amati. E questo è il nocciolo: quando tu ringrazi, dai grazie, esprimi la certezza di essere amato. E questo è un passo grande: avere la certezza di essere amato. È la scoperta dell’amore come forza che regge il mondo”.

Dimorando in Cristo, il mondo ci appare più bello

Con questa certezza nel cuore, tutto ha un altro sapore, un altro colore. “Non siamo più viandanti errabondi che vagano qua e là: abbiamo una casa, dimoriamo in Cristo, e da questa ‘dimora’ – conclude Francesco – contempliamo tutto il resto del mondo, ed esso ci appare infinitamente più bello”. “Siamo uomini e donne figli di grazia”.

I saluti

Dopo la catechesi, rivolgendo un cordiale saluto ai fedeli di lingua italiana, il Papa ha augurato a tutti che “il Nuovo Anno sia sereno e fecondo di ogni desiderato bene”. “Siate annunciatori nella società odierna della buona Novella recata dagli Angeli a Betlemme”.

Salutando i fedeli in lingua portoghese, ha invitato a seguire l’esempio della Sacra Famiglia invitandoci ad amare ed accogliere sempre più le persone che ci vengono donate.

Infine, il Pontefice ha fatto una preghiera speciale per le vittime e per i loro familiari del terremoto di ieri in Croazia.