Il ricordo di Gianni Rodari a 40 anni dalla sua morte

Scrittore e giornalista sempre aperto verso le generazioni più giovani

100 anni dalla nascita e 40 anni dalla morte di Gianni Rodari. Una figura simbolo in Italia, che con le sue filastrocche, favole e poesie ha accompagnato la fanciullezza di intere generazioni di bambini.

Il ricordo di quello che fu

Nato ad Omegna – un piccolo comune sul Lago d’Orta – il 23 ottobre 1920. Conseguì il diploma magistrale, e nel 1941 ottenne la cattedra per l’insegnamento per poi cominciare la sua carriera da giornalista, collaborando come corrispondente per numerosi periodici del tempo. Solo negli anni Cinquanta la sua ricerca in merito alla scrittura per l’infanzia inizia ad affinarsi, definendo sempre più gli interessi che avrebbero caratterizzato la sua poetica negli anni a venire. Nel 1970 gli fu conferito il prestigioso premio Hans Christian Andersen.

Le sue opere più importanti

Nel corso della sua carriera ha pubblicato decine e decine di opere, da Filastrocche in cielo e in terra a Il libro degli errori, da Favole al telefono a I viaggi di Giovannino Perdigiorno. A meritare un posto di riguardo nella sua lunga produzione è però Grammatica della fantasia: introduzione all’arte di inventare storie, il saggio del 1973 che raccoglie – in 45 capitoli – appunti e riflessioni sulla letteratura fantastica e sulle tecniche per l’invenzione di storie.

Cosa ci lascia

Rodari ha dimostrato che attraverso la scrittura si possono trasmettere ideali di tolleranza, pacifismo e integrazione, con una semplicità cristallina. Nei suoi testi, infatti, prevale il valore della comunità e della speranza per un mondo migliore ed egualitario. Punto fondamentale per aprirsi alle nuove generazioni, secondo lo scrittore, è l’ascolto. Proprio per questo nelle sue favole fa del linguaggio diventa uno mezzo chiaro e originale, con un approccio alla scrittura ludico e creativo, per offrire ai bambini la possibilità di conoscersi e conoscere il mondo attraverso la propria fantasia.